Il Fondo Monetario Internazionale ha pubblicato un aggiornamento delle proprie stime di crescita per l'economia mondiale per tenere conto degli effetti della crisi sanitaria causata dal Covid-19.

Per il 2020 è attesa a livello globale una variazione negativa del Prodotto Interno Lordo pari a circa il 3%, corrispondente ad una contrazione in valore di circa 9000 miliardi di dollari. Nel caso la fase acuta della crisi sanitaria dovesse terminare per la seconda metà del 2020, l'istituto prevede un ritorno alla crescita nel 2021 con un tasso del 5,8%.

Per l'Italia il calo appare più pronunciato, nell'ordine del 9% per il 2020 con una possibilità di tornare alla crescita nel 2021 ad un tasso del 4,8%.

La natura complessa della crisi

Sul blog dell'istituto, in una nota di commento alla pubblicazione dell'aggiornamento sui dati, Gita Gopinath, direttrice del dipartimento di ricerca, ha espresso alcune considerazioni sulla situazione.

In particolare, ha dichiarato che "L'entità e la velocità del collasso delle attività che ne è seguito è diversa da qualsiasi cosa sia stata sperimentata nella nostra vita.

Si tratta di una crisi come nessun'altra, e c'è una sostanziale incertezza sul suo impatto sulla vita delle persone e sui loro mezzi di sussistenza."

Inoltre, occorre porre attenzione sul fatto che molti Paesi si trovano ad affrontare oltre alla crisi sanitaria, anche una crisi finanziaria e un crollo dei prezzi delle materie prime, che interagiscono in modi complessi.

Il Great Lockdown

Nell'ipotesi che la pandemia e il necessario contenimento raggiungano i picchi nel secondo trimestre per la maggior parte dei paesi del mondo, e possano rientrare nella seconda metà dell' anno, nel World Economic Outlook di aprile si prevede che la crescita globale nel 2020 scenderà a -3 per cento, con una correzione di 6,3 punti percentuali rispetto alla stima di gennaio 2020.

Sotto questo profilo, il cosidetto Great Lockdown, termine suggerito dal fondo per quaificare la crisi economica in corso, costituisce la peggiore recessione dai tempi della Grande Depressione e molto peggiore della crisi finanziaria globale del 2008.

Supponendo che la pandemia si affievolisca nella seconda metà del 2020 e che le azioni politiche intraprese in tutto il mondo siano efficaci nel prevenire la crescita dei fallimenti e la perdita dei posti di lavoro, si prevede una ripresa della crescita globale nel 2021 pari al 5,8%.

Le differenze tra i deiversi paesi

Si può dire che la crisi in atto ha un carattere veramente globale, poiché nessun paese è stato risparmiato.

Le economie che dipendono particolarmente dal turismo, dai viaggi e dall'intrattenimento stanno subendo il contraccolpo più grave.

Inoltre, esistono sfide aggiuntive per i mercati emergenti e le economie in via di sviluppo, costituite da:

  • riduzione senza precedenti nei flussi di capitale, dovuta al ridimensionamento della propensione al rischio da parte degli investitori e alle conseguenti le pressioni valutarie;
  • presenza di sistemi sanitari più deboli e meno efficienti;
  • uno spazio fiscale più limitato per fornire misure di stimolo all'economia.

A questo va aggiunto che diverse economie sono entrate in questa crisi in uno stato vulnerabile, con una crescita lenta e livelli di debito elevati (Italia e Grecia).

Per quest'anno, la crescita delle economie avanzate è prevista con segno negativo del 6,1 per cento. Negativa, anche se in misura minore, la variazione attesa per le economie in via di sviluppo: dovrebbero avere tassi di crescita del -1,0 per cento nel 2020, e del -2,2 per cento, se si esclude la Cina. Il reddito pro capite dovrebbe ridursi per oltre 170 paesi. Sia le economie avanzate che i mercati emergenti e le economie in via di sviluppo dovrebbero parzialmente riprendersi nel 2021.

Le politiche di contrasto agli effetti recessivi

Le raccomandazioni del Fondo Monetario in tema di politica economica, prevedono che i Paesi continuino a destinare ampie risorse al sostegno dei sistemi sanitari, procedano con test diffusi e non adottino restrizioni commerciali sulle forniture mediche.

Uno sforzo globale deve garantire che, quando le terapie e i vaccini saranno sviluppati, sia le nazioni ricche che quelle povere avranno accesso immediato.

Mentre l'economia è chiusa, i responsabili politici dovranno garantire che le persone siano in grado di soddisfare le loro esigenze e che le imprese possano riprendere a lavorare una volta superate le fasi acute della pandemia. Le ampie, tempestive e mirate politiche fiscali, monetarie e finanziarie già adottate da molti politici - tra cui le garanzie di credito, le agevolazioni per la liquidità, l'accesso ai prestiti, l'estensione dell'assicurazione contro la disoccupazione, l'aumento dei sussidi e gli sgravi fiscali - sono valutate positivamente nella nota di aggiornamento.

Questo sostegno dovrebbe continuare per tutta la fase di contenimento per ridurre al minimo le cicatrici persistenti che potrebbero emergere da investimenti contenuti e dalla perdita di posti di lavoro in questa grave recessione.

Per quanto riguarda i finanziamenti erogati dal fondo, ad oggi le risorse messe in campo arrivano a circa 1000 miliardi di dollari per sostenere i Paesi vulnerabili, anche attraverso finanziamenti d'emergenza e la riduzione dei costi di finanziamento per i Paesi membri più poveri.

L'analisi del FMI fornisce una ragionevole stima di quello che è possibile attendersi in termini di crescita economica sulla base delle informazioni al momento disponibili. Considerando che l'aggiornamento di aprile prevede una correzione del 6% rispetto alle stime di gennaio è di tutta evidenza come l'impatto potenziale della la crisi sanitaria dovuta al Covid-19 sia estremammente significativo.

L'estrema variabilità riscontrata nelle previsioni si presta tuttavia anche a scenari più ottimistici. La Cina, che per prima ha dovuto fronteggiare il problema sanitario, sarà tra i pochi paesi ad avere una crescita ancora positiva nel 2020 e questo lascia sperare che, nel caso diverse delle misure di contenimento in atto abbiano esito positivo anche negli altri paesi, in corso d'anno si possa rivedere al rialzo le previsioni.

Lo scenario meno incoraggiante, riguarda tuttavia i paesi che si apprestano ad affrontare la crisi partendo da posizioni di debolezza come l'Italia e la Grecia: per questi è difficile attendersi che le previsioni di crescita possano essere riviste in positivo.