Per la serie BlastingTalks, intervistiamo il ceo & co-founder di Artiness, Filippo Piatti. L’azienda opera in campo sanitario, fornendo a medici e chirurghi una piattaforma olografica 3D efficace, affidabile e intuitiva per migliorare i risultati clinici su ogni paziente.

Blasting Talks è una serie di interviste esclusive con business e opinion leader nazionali e internazionali per capire come la pandemia di coronavirus abbia accelerato il processo di digitalizzazione e come le aziende stiano rispondendo a questi cambiamenti epocali. Leggi le altre interviste della serie sul canale BlastingTalks Italia.

Partiamo da Artiness: può raccontarci com’è nata la vostra azienda e quali servizi offrite?

Artiness è nata con l’obiettivo di fornire tecnologie innovative ai centri clinici intese a migliorare gli standard di cura negli interventi chirurgici e nei trattamenti percutanei, con particolare attenzione ai paesi europei e ai paesi emergenti. Trasformiamo il modo in cui le immagini mediche vengono attualmente analizzate, sviluppando soluzioni deep-tech in campo medico grazie a tecniche di visualizzazione in realtà aumentata. I nostri utenti finali sono i medici che, grazie all’uso delle nostre tecnologie, hanno la possibilità di ottenere benefici e risultati sempre più precisi durante gli interventi con un impatto positivo sulla salute dei pazienti.

Ci dedichiamo inoltre a formare tirocinanti e specializzandi, collaboriamo per la pianificazione di interventi con esperti del settore e facciamo sperimentazione clinica per preparaci a supportare in futuro i chirurghi in sala operatoria tramite connessione remota. Abbiamo diverse finalità, tra le quali stabilire una forte rete di collegamenti con gli ospedali che sono già centri di eccellenza per l'adozione e lo sviluppo della tecnologia in Europa; creare relazioni commerciali con distributori medici, società IT per il supporto / outsourcing delle infrastrutture e industrie mediche da impiegare poi nei mercati UE.

Come funziona la vostra piattaforma olografica?

In Artiness sviluppiamo proiezioni olografiche in mixed reality che sono il risultato dell’elaborazione delle immagini mediche del paziente, trasformando in modelli 3D virtuali ad alta accuratezza le parti anatomiche del paziente stesso. La nostra piattaforma lavora grazie ad algoritmi ottimizzati per elaborare in tempi rapidi i dati medici in arrivo.

In questo modo produciamo modelli molto precisi che vengono trasferiti ai medici, ai chirurghi tramite i servizi cloud. Tutto ciò avviene attraverso vari passaggi, dall’iniziale elaborazione di dati di imaging con successiva segmentazione di strutture anatomiche e quantificazione delle caratteristiche morfologiche, alla seguente integrazione di marcatori biomeccanici e generazione dei modelli per la realtà aumentata, per concludersi con la consegna dei modelli al software AR.

Quali sono i fattori distintivi della vostra tecnologia?

Accuratezza, tempi di elaborazione rapidi, versatilità, connessioni remote multiutente. L’anno scorso inoltre abbiamo vinto il bando Vodafone “Action for 5g” e da allora stiamo lavorando, in partnership con Vodafone Italia, per integrare nel nostro portfolio di soluzioni una piattaforma per il supporto da remoto di specialisti e medici esperti in sala operatoria, così che il personale in presenza possa interagire con modelli virtuali olografici 3D, in altissima definizione, in modo fluido grazie alla tecnologia Vodafone 5G.

Da un punto di vista pratico, quali sono i vantaggi e i riscontri pratici per i vostri clienti?

L’uso dell’olografia e della realtà aumentata fanno in modo che la nostra tecnologia possa essere condivisa tra più utenti, che possono così collaborare in tempo reale sugli stessi modelli 3D e abilitare un approccio multi-disciplinare sul paziente. Il nostro punto di forza è proprio la condivisione dei dati tra più colleghi, membri del team e unità all'interno della stessa istituzione e, infine, in diversi ospedali del mondo, superando gli attuali limiti fisici della pianificazione pre-procedurale.

Ladozione di nuove tecnologie rappresenta in ogni campo una sfida complessa. Operando in un settore delicato come quello medico, quali sono i principali ostacoli che vi trovate ad affrontare?

Siamo un team di specialisti, nel nostro campo gli ostacoli sono all’ordine del giorno. Fondamentali sono la professionalità con cui affrontiamo queste sfide e la rete di partnership che siamo riusciti a creare in questi anni. In ambito sanitario, in particolare, bisogna sempre prestare la dovuta attenzione a tematiche di privacy e sicurezza dei dati che devono essere viste come necessaria garanzia di tecnologia affidabile e al servizio del medico e del paziente. Un altro aspetto importante è rappresentato sicuramente dall’interfaccia con l’infrastruttura IT ospedaliera: serve sicuramente più uniformità e generazione di standard su scala nazionale per accelerare e facilitare questo tipo di integrazioni tecnologiche.

Qual è stato limpatto della pandemia sulla vostra operatività e in che modo è cambiato il vostro modo di lavorare?

Sicuramente la pandemia ha avuto un forte impatto sul modo di vivere e lavorare in tutto il mondo. Noi continuiamo a fare il nostro lavoro da remoto e ci impegniamo a portare avanti i nostri studi e le nostre ricerche per rendere la tecnologia Artiness sempre più innovativa. Abbiamo la fortuna di essere un team molto dinamico e il lavoro da remoto ha permesso, seppure in ottica diversa, di pianificare incontri, meeting, momenti di riflessione e di gruppo. Ora che stiamo cercando di convivere maggiormente con la pandemia in corso, cerchiamo di vederci anche in ufficio, sempre nel rispetto delle vigenti normative, per non perdere del tutto il rapporto personale soprattutto in una fase di crescita importante che stiamo vivendo in Artiness.

Il lavoro in ospedale a stretto contatto con i medici e chirurghi non si ferma, seppur dando priorità alla gestione dell’emergenza in corso.

Infine, guardando al lungo termine, può raccontarci la sua visione rispetto a quale sarà linfluenza delle nuove tecnologie nel settore medico? Come vede il futuro del settore da qui ai prossimi 10 anni?

Noi di Artiness puntiamo a diventare leader di questo trend innovativo in Europa, nello specifico nel settore cardiovascolare. Ci auguriamo che per il futuro la mixed reality sarà protagonista come nuova tecnologia di supporto in almeno il 70-80% delle sale operatorie. Vediamo la mixed reality come un "tassello" parte di una digitalizzazione importante che genererà un sistema interconnesso tra centri di eccellenza e centri più periferici, che saranno supportati e diventeranno parte integrante di questo network. Vogliamo essere i pionieri dell’eccellenza diffusa, ossia sviluppare una rete che metta in contatto centri clinici all’avanguardia con altri in fase di crescita.