Per la serie BlastingTalks intervistiamo l’amministratore delegato di Unisalute Giovanna Gigliotti. Unisalute è la prima assicurazione sanitaria in Italia per numero di clienti gestiti, con oltre 10 milioni di aderenti. Offre polizze sanitarie personalizzate e integrate con un’ampia gamma di servizi per rispondere a 360° a tutte le esigenze di sanità integrativa.
Blasting Talks è una serie d'interviste esclusive con business e opinion leader nazionali e internazionali per capire come la pandemia di coronavirus abbia accelerato il processo di digitalizzazione e come le aziende stiano rispondendo a questi cambiamenti epocali.
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Partiamo dalla missione che interpretate attraverso l’offerta di tutele proposte da Unisalute: può raccontare ai nostri lettori qual è la vostra missione e in che modo interpretate l’assistenza sanitaria integrativa?
UniSalute è la prima assicurazione sanitaria in Italia per numero di clienti gestiti. Ci prendiamo cura ogni giorno della salute di oltre 10 milioni di persone provenienti dalle più grandi aziende italiane, dai Fondi sanitari di categoria e dalle Casse professionali attraverso coperture collettive e costruiamo anche soluzioni su misura per il singolo e le famiglie con polizze individuali. Il nostro obiettivo è quello d'integrare le prestazioni offerte dal Sistema Sanitario Nazionale e di permettere l’accesso a prestazioni sanitarie a costi contenuti a un numero sempre maggiore di persone, per offrire servizi di qualità e la massima rapidità di accesso alle cure.
Con quali modalità dal punto di vista pratico?
Garantiamo ai nostri assistiti l’accesso in tempi brevi alle migliori strutture sanitarie in Italia e all’estero tra cui ospedali, case di cura, poliambulatori, centri diagnostici e fisioterapici, studi odontoiatrici e di psicoterapia, operatori socio assistenziali anche a domicilio e perfezioniamo continuamente la nostra offerta per rispondere alle aspettative sempre più specifiche.
Il nostro impegno è costantemente rivolto alla ricerca di soluzioni innovative per rispondere ai bisogni emergenti e offrire una tutela completa a tutte le esigenze di salute.
Qual è il ruolo della sanità integrativa in Italia e perché è importante considerare le tutele aggiuntive che il settore è in grado di offrire?
La sanità integrativa ha avuto e continuerà ad avere un ruolo di primo piano nell’affiancare il Sistema Sanitario Nazionale nella tutela e nella protezione della salute di tutti i cittadini.
La forte mutazione della struttura demografica cui si sta assistendo in Italia e la crisi pandemica in corso hanno infatti reso ancora più evidente quanto sia essenziale un ragionamento di sistema sull’integrazione tra interventi di natura pubblica e interventi di iniziativa privata nel campo della protezione, a partire dalla sanità. L’esperienza dei Paesi europei dimostra che in Italia abbiamo bisogno di portare a termine in modo concreto il processo già in essere di costruzione di un secondo pilastro con il coinvolgimento di tutti gli attori e occorre oggi più che mai lavorare insieme, fare squadra tra lo Stato, le Compagnie private, la territorialità, la contrattazione collettiva per offrire un supporto al sistema sanitario pubblico e intercettare la parte di spesa sanitaria privata out-of pocket, sostenuta oggi direttamente dai cittadini.
Rispetto al quadro appena evidenziato, qual è stato l’impatto della pandemia nel vostro settore e quali strategie avete adottato per rispondere alla situazione?
L’emergenza epidemiologica ha avuto un impatto notevole anche sul mercato assicurativo che ha dovuto reagire con estrema prontezza alle nuove sfide e rispondere alle esigenze di sostegno di più soggetti in stato di bisogno. Anche il Gruppo Unipol e UniSalute hanno sentito da subito molto forte il dovere morale e la responsabilità sociale nei confronti di tutte le persone e in particolare dei propri clienti cercando di stare loro vicini con soluzioni immediate e concrete per la tutela della salute e non solo. Abbiamo lanciato sul mercato polizze ad hoc con coperture specifiche Covid-19 per sostenere famiglie e imprese e abbiamo messo in campo nuovi servizi come ad esempio il teleconsulto medico e il videoconsulto medico specialistico per rispondere alle esigenze più specifiche.
Tenendo conto di tutto ciò, qual è stata la risposta della sanità integrativa alla crisi?
Dal mondo assicurativo e dalla sanità integrativa in particolare è arrivata una risposta forte, che ha permesso di affiancare e sostenere il Sistema Sanitario pubblico in un momento di grande difficoltà. Durante la fase di emergenza infatti le aziende, i Fondi sanitari di categoria, le Casse professionali hanno garantito una copertura sanitaria aggiuntiva anche a chi non se la poteva permettere e la sanità privata ha contribuito e sta contribuendo a recuperare l’enorme arretrato di visite ed esami accumulato tra marzo e maggio scorso garantendo l’accesso in tempi brevi in strutture di qualità.
Passiamo all’attualità con gli ultimi aggiornamenti in arrivo dal vostro Osservatorio Sanità: il 30% degli italiani non fa alcuna attività fisica e solo il 21% pratica sport abitualmente: come commentate questi dati?
I dati relativi all’attività fisica degli italiani rilevati dal nostro Osservatorio Sanità non sono affatto incoraggianti, tuttavia c’è un altro dato che ci deve fare riflettere e che riguarda la consapevolezza dei benefici del movimento: il 51% degli italiani infatti pensa che l’attività motoria sia fondamentale per la propria salute. Occorre quindi insistere su questo aspetto ovvero sulla prevenzione attraverso corretti stili di vita indirizzando abitudini, comportamenti più sani, consapevoli e responsabili. Questo tema è per noi essenziale ed è un valore che cerchiamo di trasmettere anche attraverso articoli, dati e interviste ai nostri medici sul nostro blog. La speranza è che con il ritorno a una quotidianità simile a quella pre-Covid gli italiani trovino la voglia e le motivazioni per fare maggiore movimento, indispensabile non solo per “staccare la spina” dalla routine giornaliera ma per mantenersi in uno stato di salute migliore.
Guardando al futuro, quali sono le principali sfide che il settore della sanità integrativa dovrà affrontare e quale ruolo potrà giocare il vostro settore nella sfida del welfare moderno?
L’assistenza sanitaria dedicata ai bisogni delle persone con malattie croniche, fragili o non autosufficienti rappresenta una delle sfide più importanti della sanità di oggi e del prossimo futuro e un ruolo chiave in questo contesto stanno assumendo sempre di più le nuove tecnologie. La necessità di porre al centro il cliente, i suoi obiettivi e le sue esigenze, rappresenta quindi il presupposto principale della trasformazione in atto. In questo contesto, anche le Compagnie assicurative saranno coinvolte in una profonda evoluzione: non più solo assicurazione, ma servizi integrati a tutto tondo per la tutela della salute, dalla prevenzione alla cura all’assistenza al benessere.
Come traducete questa nuova attenzione al welfare sanitario?
Anche noi di UniSalute ci stiamo muovendo da Compagnia assicurativa a leader nell’ecosistema welfare, con un’offerta a 360° sulla salute. Vogliamo garantire soluzioni di ottimizzazione della spesa sanitaria privata grazie a prodotti e servizi che permettono di effettuare visite, esami, terapie, riabilitazione presso la rete di strutture convenzionate diffuse su tutto il territorio nazionale a tariffe agevolate, in tempi brevi e che garantiscono elevati standard in termini di qualità e servizi offerti. Parallelamente stiamo investendo nelle nuove tecnologie per interagire con i nostri clienti in modo molto più frequente e diretto.
Infine, dal suo peculiare punto di osservazione, cosa possiamo imparare dall’esperienza vissuta negli ultimi due anni per diventare più resilienti e per tornare a guardare con maggiore fiducia il futuro?
La pandemia ha aperto nuovi spazi e nuove opportunità anche per le Compagnie assicurative e per la sanità integrativa nel suo complesso, a partire dalla digitalizzazione e dall’utilizzo delle nuove tecnologie anche in campo sanitario, che permettono di sviluppare servizi sempre più personalizzati e indirizzati alle singole necessità di tutela e di cura. Anche noi ci stiamo muovendo in questa direzione e ci stiamo dedicando allo sviluppo di servizi avanzati di tele-monitoraggio da remoto per i cronici, i fragili e i non autosufficienti, con l'estensione del modello anche ai caregiver. La nostra attenzione è quindi sempre rivolta alle nuove opportunità che stanno nascendo in ambito sanitario per definire nuovi modelli di presa in carico che prevedano sempre più un’integrazione tra sanità pubblica e privata e per definire progetti di welfare sostenibili per il nostro Paese.