La passeggiata di Yaroslav Lukov a Leopoli

Ieri (20/05/2014), tra le news più significative sull'Ucraina, la BBC ha pubblicato un'interessante nota del suo inviato nel paese, Yaroslav Lukov, il quale appunto si trova in questi giorni a Lviv, chiamata Lvov dai russi, Lwòw dai Polacchi, Lemberg dai tedeschi, e infine Leopoli dagli italiani. Passeggiando per le stradine acciottolate della città vecchia, Yaroslav Lukov ha incontrato gente della più svariata estrazione sociale, ma tutta generalmente convinta che Lviv-Leopoli deve restare in Europa.

Così la pensa una venditrice ambulante di dolciumi, Katya, la quale, vestita del suo sgargiante costume medievale, esclama con convinzione: "Vogliamo che tutta l'Ucraina rimanga nel cuore dell'Europa, a cui noi siamo sempre appartenuti. Molti dei miei concittadini vedono le elezioni presidenziali del 25 maggio come un'occasione unica per uscire finalmente fuori dall'orbita russa e per unirsi saldamente al mondo occidentale". Anche lo storico locale Ostap Sereda "auspica che le elezioni presidenziale del 25 maggio contribuiscano a creare stabilità nel paese e la possibilità di tornare ad una vita normale dopo i recenti violenti scontri".

È la mentalità ciò che conta. E i Russi? Lasciamoli andare!

Secondo i dati forniti da Yaroslav Lukov, a Lviv l'80% sono ucraini e l'8% russi. "Qui sentiamo parlare russo un po' da tutte le parti - osserva Andrey - e gente di culture diverse è convissuta insieme per molti anni in Ucraina". Di rincalzo, lo storico dell' arte Bohdan Shumylevych sottolinea che: "Questo per noi non è un problema: è una questione di mentalità ".

Così, mentre in gran parte dell'Europa molti se ne vogliono andare per i fatti propri, a Lviv Yaroslav Lukov incappa in europeisti a ogni pié sospinto. E i russi? "Lasciarli andare": questa è la parola d'ordine. " Non si avverte alcun risentimento qui verso i russi - spiega Yaroslav Lukov- e l'astio sembra diretto essenzialmente nei confronti di Vladimir Putin, accusato di voler fare il 'lavaggio del cervello' alla gente, cercando di ricostruire l'Unione Sovietica".

Lviv-Leopoli: un'eccezione

In effetti la realtà ucraina è molto più complessa di quella che ci mostra la "passeggiata" di Yaroslav Lukov. La russificazione dell'Ucraina è stata molto potente, e l'inviato della BBC s'è andato a infilare in una città che da sempre ha resistito efficacemente alla penetrazione della lingua e della cultura russa. Secondo gli studi condotti da Jaroslav Hrycak (Università di Leopoli), mentre a Donetsk nel 1994 si sentiva "sovietica" un buon 40% della popolazione, a Leopoli la "russificazione" si fermava appena al 7,4%. Nel 2004 a Leopoli la percentuale di chi si sentiva sovietico calava addirittura al 2,3%, e gli ultimi dati forniti da Yaroslav Lukov si attestano intorno all' 8% ( le percentuali sono ricavate da "Kiev e Leopoli", a cura di M.G.

Bartolini-G.B. Bercoff, Firenze University Press, 2007, p. 229).

Proprio all'inizio della loro indagine, i due curatori avvertono: "Leopoli, Leopolis, Lwòw, Lemberg, Lovenburg, questi nomi della stessa città in varie lingue, preannunciano già la sua eccezionalità e la sua singolare storia".

Le strade di Leopoli sembrano però ancora tutte in salita.