La Russia in queste ore ha tante domande a cui rispondere. Le domande per esempio sul giornalista Vladimir Kara-Mourza, in degenza da 5 giorni per un malore le cui cause non sono ancora state appurate ma le voci si rincorrono e si evoca l'avvelenamento.

Kara-Mourza potrebbe essere nella lista degli oppositori politici da mettere a tacere. E se le sorti degli uomini che non contano interessano poco al di là degli Urali, Mosca dovrà invece spiegare quella lista con i nomi di 89 tra politici e militari occidentali che tanto ha indispettito Bruxelles.

È la serie degli uomini non graditi a palazzo. Non graditi neppure nel Paese. Per loro è stato escluso il rilascio del visto. In fila ci sono l'ex vicepremier britannico Clegg, il capo del controspionaggio inglese Parker, l'ex premier belga Verhofstadt, l'aspirante alla poltrona degli Esteri accanto alla Merkel Uwe Corsepius. Anche l'Italia ha i suoi pezzi grossi da rivendicare in lista: Anna Maria Corazza Bildt, naturalizzata svedese ed eurodeputata con il Partito Moderato nel Ppe.

Mosca che aveva inviato la black list alle ambasciate aveva richiesto in via confidenziale che rimanesse segreta; alla fine si è trovata stretta e ha dovuto ammetterne l'esistenza, cadendo in un palese passo falso. Si è giustificata spiegando che è solo la controrisposta alle sanzioni dell'Europa dopo l'annessione della Crimea, la stessa Europa che ha autorizzato analoghe compilazioni nelle sue sezioni di intelligence. Soprattutto la Germania avrebbe poco da fare il j'accuse.

Le reazioni dure dell'Ue

Non a caso è proprio la Germania la prima a reagire in occasione del rifiuto ad un deputato tedesco dell'ingresso in territorio russo; è il Paese che si è guadagnato ben 7 posizioni in lista. Il governo di Berlino chiede di sapere i criteri che hanno orientato chi ha stilato l'elenco. Le reazioni stizzite (anche se controllate, come vuole il galateo della diplomazia) non si sono fatte attendere. I rappresentanti degli Esteri dei vari Paesi dell'Unione hanno rimarcato il passo falso compiuto dal Cremlino che rischia di passare per il baro al tavolo da gioco delle trattative.

Ad alzare per prima la voce è stata Lady Pesc Mogherini, la principale interlocutrice: "La black list è totalmente arbitraria e ingiustificata". Le fa eco in terra nostra Paolo Gentiloni, ministro degli Esteri italiano: "Non se ne comprendono le ragioni e non contribuisce al rilancio del dialogo". È intervenuto anche il presidente dell'Europarlamento che proprio domani ha in programma un incontro con l'ambasciatore russo. Per Martin Shulz infatti "la black list è inaccettabile": deve difendere gli europarlamentari scritturati nelle liste di proscrizione russe e ribadisce che Mosca ha compromesso il dialogo per giungere a soluzioni accettabili.

L'Europa non ha il peso dell'America, è l'area di mezzo e le zone intermediarie in politica hanno per destino quello di essere fagocitate; ma in questo caso l'Europa si trascina dietro anche l'America e Putin potrebbe ritrovarsi di nuovo isolato.