Dall'intransigenza mantenuta fino ad ora il premier ellenico Alexis Tsipras passa alle buone maniere. La posizione di debolezza non ha consentito alla Grecia di giocare al rialzo. Ora i negoziatori cedono arrendendosi all'urgenza dei tempi: venerdì 5 giugno la Grecia dovrà rimborsare al Fondo Monetario 300 milioni. La restituzione, in caso non si arrivi ancora all'accordo, può essere rimandata a fine giugno, quando pende un'altra rata da 1,3 miliardi. Atene non ha i soldi e ha sempre più bisogno della mano dell'Europa affinché irrori le casse con i 7 miliardi di euro della tranche di aiuti. Dalle dichiarazioni di Tsipras per annunciare la "proposta realistica" che sembrano discorsi alla nazione, si capisce che Atene ha dovuto ridimensionare grandemente le sue pretese e accondiscendere alle richieste dei creditori. I creditori chiedono la revisione delle regole del mercato del lavoro, obiettivi di bilancio e rilancio del piano di privatizzazioni inaugurato dal governo precedente e deposto da Syriza. C'è poi una disparità di vedute su come conseguire questi obiettivi che vede contrapposti la Bce di Mario Draghi, sulla linea morbida, e il Fmi di Christine Lagarde non disposta a cedere sugli obiettivi di bilancio. Con la nuova proposta Atene si impegna a rispettare gli obiettivi di bilancio, la riforma dell'IVA, riforma del mercato del lavoro e del sistema previdenziale con nuove regole sui prepensionamenti. Alcuni tecnici di Bruxelles continuano a storcere il naso e per di più il programma non piace neppure all'ala massimalista di Syriza.

Tsipras, ultima richiesta: riforma dell'Europa

Ieri in un summit ristretto Juncker, Merkel, Hollande, Lagarde e Draghi hanno lavorato al piano da imporre alla Grecia conferendogli un'impronta più politica come chiede Tsipras. Il leader greco che si vede ormai sconfitto infatti tenta di ripararsi dalla completa disfatta almeno lanciando un monito all'Europa affinché si rinnovi e vada incontro ai cittadini. "Con la crisi greca l'Europa è a un bivio"- ha dichiarato- ogni decisione è nelle mani dei leader e non delle istituzioni che non devono rendere conto ai cittadini". Chiede che si arrivi a vertici più regolari, al rafforzamento del presidente dell'Eurogruppo, la costituzione di strutture di controllo in Parlamento per garantire la democrazia. Gli stessi obiettivi sono iscritti in un documento elaborato in solido da Hollande e Merkel che dovrebbe essere presentato in pubblica concione a fine giugno. L'asta delle proposte sembra stia per chiudersi e Tsipras dovrà spiegare in patria, al suo partito e al suo popolo, l'atto di sottomissione.