Un gioco da ragazzini, un banale - anche se divertente - passatempo. Pokémon Go, l’app che ha stregato i giovanissimi di tutto il mondo miete vittime anche tra gli onorevoli. Tra questi il primo ministro norvegese Erna Solberg, che già in passato aveva ammesso di amare i mostri tascabili. La sua parrebbe essere una passione irresistibile: il primo ministro è stato infatti “pizzicato” dai fotografi mentre, durante una discussione in Parlamento, si svagava giocando a Pokémon Go. Di nuovo.
Per l'onorevole non era la prima volta
Di nuovo, sì, perché non sarebbe, in realtà, la prima volta: qualche settimana fa, infatti, il Ministro aveva approfittato di una pausa per dedicarsi alla cattura dei mostri.
Durante una visita istituzionale in Slovacchia, la Solberg si era allontanata di qualche chilometro - circa una decina - per permettere all’uovo virtuale di schiudersi. Ad ammetterlo lo stesso ministro che, a quanto pare, non si imbarazza nel confessare la propria irresistibile voglia di giocare.
Pokémon Go e gli onorevoli norvegesi
Pokémon Go, a quanto pare, risulterebbe essere una vera e propria mania per moltissimi scandinavi e, in particolare, per gli onorevoli che occupano il palazzo del Governo. Come la Solberg, sono infatti numerosi i membri del parlamento che, durante le pause - o addirittura durante le discussioni - si distrarrebbero con l’app per smartphone. Tra questi anche Trine Skei Grande, la leader del partito liberale che lo scorso agosto è stata fotografata durante il meeting alla National Security Bank intenta a catturare mostri con il suo smartphone personale.
Coincidenza ha voluto, tra l’altro, che mentre la Grande si distraeva giocando, sul palco parlasseproprio la collega Erna Solberg. Nessun problema però: “Ha ascoltato ciò che ho detto. Noi donne possiamo fare due cose contemporaneamente, come sapete” - ha twittato in seguito la Solberg perdonando l’amica. Resta da domandarsi se anche per i cittadini norvegesi il fatto che i propri ministri e i propri onorevoli trascorrano le lunghe ore di lavoro al governo distraendosi con un' app per ragazzini non sia - di fatto - un problema.