Bottiglie di plastica, sacchetti, polistirolo, cartoni e lattine sono la zavorra che l’attivista Rob Greenfield ha scelto di indossare per sensibilizzare il mondo sul problema rifiuti. Tra imballaggi e scarti, un cittadino americano medio ne produce ogni giorno circa 2 kg, la maggior parte dei quali è destinata ad essere sepolta sotto terra o riversata in fiumi e spiagge. “Abbiamo visto le immagini di discariche traboccanti e degli oceani disseminati di spazzatura - ha spiegato Greenfield - ma ci sono poche immagini che ci aiutano a capire quanta spazzatura creiamo come individui e quindi quanto siamo parte del problema”.

Rob indosserà la spazzatura da lui prodotta ogni giorno fino al termine del progetto: entro il 18 ottobre la “tuta” dell’attivista potrebbe pesare intorno ai 60 kg.

I progetti di Rob Greenfield

Quello appena descritto non è, in realtà, il primo progetto bizzarro pensato ed intrapreso dall’attivista americano. Per dimostrare quanto lo stile di vita occidentale - fatto di sprechi e di consumi - stia danneggiando l’intero pianeta, Rob aveva recuperato gli avanzi dai bidoni dello sporco di un supermercato e preparato il pasto per la gente in strada e per il pubblico, fornendo suggerimenti sul mangiare etico, sano e sostenibile. Per un anno, invece, ha rinunciato alla doccia, lavandosi con la pioggia, nei laghi o nei ruscelli incontrati durante i suoi viaggi.

Chi è Rob Greenfield

Rob Greenfield è, come lui stesso si definisce, “an adventurer, activist, humanitarian, and dude making a difference”. Ha attraversato gli Stati Uniti con una bicicletta in bambù, ha dato vita a “The Food Waste Fiasco”, una campagna contro lo spreco di cibo nel mondo, ha venduto la sua casa di San Diego per raccogliere i fondi necessari alla costruzione di dieci piccole case per i senza tetto, ha scritto un libro ed è il protagonista del programma Discovery “Free Ride” dove, senza un penny, viaggia il mondo affidandosi alla gentilezza delle persone.

Rob Greenfield, con oltre 23mila follower su Twitter, dichiara inoltre di devolvere il 100% dei suoi guadagni mediatici a enti umanitari e associazioni benefiche.