L'art. 222 del Trattato di Lisbona, che ha modificato il Trattato istitutivo della Comunità Europea nel 2007, introduce il principio di solidarietà, per tutti i paesi aderenti all'Unione Europea. Questo principio dovrebbe garantire il benessere di tutti i paesi dell'Unione, attraverso alcuni obblighi di carattere economico, politico e sociale.

Il Trattato di Lisbona

Precisamente questa clausola (art. 222) stabilisce che gli Stati membri, debbano agire congiuntamente, in uno spirito di solidarietà, qualora un Paese membro vittima di una calamità naturale (come il Terremoto) ne chieda l'assistenza.

Quindi l'Unione Europea, dovrebbe utilizzare tutti i mezzi di cui dispongono anche gli Stati membri e metterli a disposizione del Paese vittima della calamità naturale, al fine di proteggere le popolazioni dagli effetti della calamità.

In Europa non sono troppo contenti di quello che sta a cadendo in Italia e hanno fatto capire che i limiti di bilancio e di deficit, dovranno comunque essere rispettati perché già stiamo sforando troppo. Questo perché il terremoto non li colpisce affatto. Infatti le zone colpite dal terremoto sono l'Italia, la Grecia, una parte della Turchia e poi l'Islanda. Quindi tutta l'Europa centrale non è affatto colpita dal fenomeno del terremoto. Tanto meno i "Burocrati" europei, i quali provengono anche loro dall'Europa centrale e da paesi che non sanno minimamente che cosa sia un terremoto, non gli è mai tremata la casa né la sedia sotto il sedere e quindi non conoscono il vero problema del sisma.

La totale indiffenza dell'UE

Ecco da dove proviene la loro indifferenza nei confronti del terremoto e la loro insistenza sulla regolare tenuta dei conti dei Paesi membri, ai quali tengono molto perché dovranno poi rispondere agli imprenditori e ai banchieri che li hanno messi li. Questa è la solidarietà dei paesi dell'Unione Europea.

Mentre nel centro Italia si continua a morire per il freddo, la neve e il sisma, l'Europa pensa a regolare i conti dei paesi membri e soprattutto che venga rispettato il "Patto di stabilità" per non dare un altro colpo alla credibilità dell'Unione Europea.