Europol (Ufficio europeo di polizia) ed EMCDDA (Centro di monitoraggio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze) hanno presentato, nel corso di una conferenza stampa a Lisbona martedì 28 novembre scorso, una pubblicazione che fa il punto sulla situazione del commercio di droga nell’Unione europea tramite i mercati darknet.

Mercati darknet

I mercati Darknet (darknet, in italiano: rete scura, nascosta) sono siti web, per molti aspetti simili alle comuni piattaforme di vendita on line come Amazon oppure eBay, che permettono a venditori ed acquirenti di effettuare transazioni senza rivelare dettagli personali, consentendo quindi lo scambio di prodotti e servizi in maniera praticamente anonima.

Per garantire tale anonimato, e sfuggire per quanto possibile ai controlli, vengono utilizzati servizi di anonimizzazione, sistemi di criptaggio delle comunicazioni e cripto-valute.

Il commercio di droga si stima rappresenti circa due terzi dell’attività totale sui mercati darknet, le rimanenti attività comprendono commercio di armi, documenti falsi, sostanze chimiche per diversi utilizzi ed altre. Il primo di questi siti ad acquisire una certa notorietà fu Silk Road, che iniziò l’attività alla fine di gennaio 2013 e venne interdetto nell'ottobre 2013 dall’FBI (Ufficio federale di investigazione) americano. Da allora c’e stata una vera proliferazione di tali piattaforme, sebbene i tempi di esistenza siano spesso brevissimi; di una quantità stimata in circa 100 siti che iniziarono l’attività dopo Silk Road, se ne ritengono in attività in questo momento almeno 14.

Fra i più recenti sviluppi, la chiusura, nel luglio scorso, di due fra i più importanti, AlphaBay e Hansa, a conclusione di una investigazione da parte di Europol e polizia olandese, con la partecipazione di FBI e DEA (Ente federale antidroga) dagli Stati Uniti.

Gli acquirenti

Ci sono diverse ricerche che danno risultati comunque parzialmente simili.

La maggioranza degli acquirenti sono maschi, già utilizzatori di droga, professionisti o impegnati in istruzione universitaria, di età compresa fra i 21 e i 35 anni. Acquistano sui mercati darknet confidando, fra l’altro, in una migliore qualità dei prodotti, una gamma più ampia, prezzi migliori e transazioni più sicure in quanto si evita il contatto diretto con il venditore.

In realtà tali presupposti non sempre hanno un fondamento: a differenza di una transazione tradizionale, il compratore deve fornire un indirizzo ad un venditore che rimane anonimo, con possibili conseguenze quali truffa, ricatto ed iniziative criminali correlate, per non menzionare la possibilità di essere identificato dalle autorità; la qualità peraltro non sempre corrisponde alle promesse: l’analisi di sostanze confiscate ha mostrato che prodotti garantiti con elevati tenori di cocaina presentavano in realtà contenuti significativamente inferiori.

I venditori e i prodotti

Complessivamente, i paesi dell’Unione europea (con l’aggiunta di Norvegia e Turchia) vendono il 46% del volume totale di droga realizzato sui mercati darknet di tutto il mondo.

Nel periodo fine 2011 - inizio 2016, tre paesi dell’Unione europea si sono evidenziati al di sopra di tutti gli altri per volume di vendite, in ordine di importanza Germania, Gran Bretagna ed Olanda, con valori venduti nel periodo indicato di circa 65 milioni di euro, a fronte di 15 milioni di euro complessivamente venduti nei rimanenti paesi dell’Unione europea, nonché in Norvegia e Turchia.

Definire chi vende è complicato, le piattaforme sono molto dinamiche e si assiste ad un forte avvicendamento di venditori, costretti a mantenersi concorrenziali in condizioni operative che cambiano molto rapidamente. Si ha la presenza sia di singoli individui che di gruppi criminali organizzati, sebbene all’inizio esistessero soltanto i primi.

Le quantità vendute in una singola operazione si sono mantenute pressoché costanti, ma si registra un incremento nel numero di transazioni e si avverte un aumento della presenza della criminalità organizzata, testimoniata da una maggiore professionalità degli operatori.

Per quanto riguarda i prodotti venduti, al primo posto troviamo stupefacenti sintetici, principalmente MDMA (ecstasy) e altre anfetamine, seguiti da cannabis e cocaina. La forte vendita di MDMA potrebbe essere spiegata dal fatto che proprio in Olanda ha luogo una fortissima produzione di MDMA, confermando quindi la tendenza dei compratori a volere acquistare il prodotto direttamente dai produttori.

Buone intenzioni

“In appena qualche click, i compratori possono acquistare quasi ogni tipo di droga sul darknet, si tratti di stupefacenti sintetici, cannabis, cocaina, eroina oppure una gamma di nuove sostanze psicoattive, inclusi fentanili di alta potenza.

Questo crea una crescente minaccia alla salute e sicurezza dei cittadini e delle comunità in tutta l’Unione europea”, ha commentato Alexis Goosdeel, Direttore di EMCDDA.

Dimitris Avramopoulos, Commissario Europeo per l’Immigrazione, Affari Interni e Cittadinanza, ha notato: “Nel corso dell’ultimo decennio, i mercati illegali on line hanno cambiato il modo in cui la droga viene acquistata e venduta. L’attività criminale sul darknet è divenuta più innovativa e più difficile da prevedere. Non dovremmo giocare a rincorrere i criminali: dovremmo trovarci un passo avanti rispetto a loro”.

Rob Wainwright, Direttore Esecutivo di Europol, ha aggiunto: “Il recente smantellamento nel luglio 2017 di AlphaBay e Hansa, due fra i più grandi mercati darknet, è un esempio di come la giustizia può intervenire per interrompere questo sistema.

Malgrado il successo conseguito, coloro che operano nel commercio di droga on line sembrano essere resilienti a queste interruzioni e capaci di riorganizzarsi rapidamente. Cooperazione a livello europeo e condivisione di informazioni, insieme ad una azione mirata ai venditori di grande impatto, saranno fattori critici nell’affrontare questa minaccia”.

Il commercio on line di prodotti illeciti è stato riconosciuto come uno dei propulsori del crimine organizzato e una minaccia fondamentale alla sicurezza dei cittadini dell’Unione europea secondo il rapporto annuale di Europol sulla pericolosità del crimine serio e organizzato (SOCTA 2017); iniziative atte ad affrontarlo sono comprese nei piani di azione dell’Unione Europea nel quadriennio 2018 – 2021.