Arriva dritto da Berlino l’annuncio che la Germania sospenderà, almeno momentaneamente, la sua partecipazione alla missione Sophia che dal 2015 si occupa di gestire i flussi migratori e contrastare il traffico di esseri umani nel Mediterraneo.

Il Ministero della Difesa tedesco ha annunciato che non saranno inviate altre navi né nel canale di Sicilia né davanti alla costa libica fino a quando non saranno chiariti meglio i compiti della missione. Fonti governative riportate dall’agenzia Dpa, sostengono che la decisione tedesca sia stata presa a seguito della dura linea di chiusura dei porti portata avanti dal governo italiano.

Uno strappo improvviso quello di Berlino che arriva proprio nel giorno in cui il presidente francese Emmanuel Macron si è recato dalla cancelliera Angela Merkel per sottoscrivere il patto di Aquisgrana con l'obiettivo di rafforzare il rapporto franco-tedesco. L’Italia si trova dunque, a seguito anche delle recenti accuse rivolte dai ministri Di Maio e Salvini contro il governo francese, in una situazione di contrapposizione rispetto ai due più grandi paesi dell’Unione Europea.

Il rischio è quello che la missione Sophia, venga sospesa definitivamente portando a termine quella che era stata la prima iniziativa militare interamente formata da paesi dell’Unione Europea mirata al sostegno dello stato italiano nel pattugliamento del Mediterraneo.

Non appare però agitato il Ministro degli Interni Matteo Salvini, la cui replica arriva immediata e ci ricorda come il mandato della missione fosse quello di far sbarcare i migranti solamente in Italia e che se dunque qualcuno decidesse di farsi da parte non sarebbe di certo un problema per il nostro paese. Il ministro ha poi però aggiunto, durante un intervento a Radio Anch'io, che o le regole secondo le quali tutti i migranti devono essere fatti sbarcare in Italia cambiano, o la missione chiuderà.

Di vedute diverse è il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani che sostiene sia interesse della nazione conservare la missione e chiedere una maggiore collaborazione agli altri stati membri dell'UE, mentre fonti vicine all'Alto rappresentante per la Politica Estera Federica Mogherini riferiscono che nonostante Sophia rappresenti un esempio d'eccellenza tra le politiche di difesa europee, se l'Italia lo chiede, l'Unione Europea è pronta a chiuderla.

La Missione Sophia

Viene istituita il 18 maggio 2015 con il nome ufficiale di Eunavformed acronimo di European Union Naval Force Mediterranean quella che oggi è conosciuta da tutti come missione Sophia. L'operazione fu presto ribattezzata con il nome di una bambina somala nata a bordo di una nave tedesca che aveva prestato soccorso alla madre.

La missione fu lanciata dall’Europa nel giugno 2015, era il periodo dell’esodo dei profughi siriani. Nel 2016 ne facevano parte navi e aerei di tutti i paesi europei coordinati e guidati dall’Italia, con comando operativo nell’aeroporto di Roma Centocelle.

Oltre alle attività in mare, sin dal principio, l’attività trainante dell’operazione è stata quella di intelligence con la raccolta di dati e informazioni sugli schiavisti libici e le reti di trafficanti.

Elementi, che come ci ricorda la giornalista Alessandra Ziniti, sono attualmente in possesso di forze dell’ordine e magistratura italiana ma nonostante ciò, non sono ancora stati utilizzati dal governo per cercare di ottenere l’arresto di coloro che risultano incriminati per il traffico di esseri umani.