I Paesi europei si affidano sempre di più alla tecnologia per contrastare i flussi d'immigrazione clandestina. È il caso della Spagna che dal 2008 ha inaugurato un progetto fantascientifico voluto dal Governo socialista di José Luis Rodíguez Zapatero e in collaborazione con il Centro Europeo Satelliti (SatCen) dell'Unione Europea che esiste da un quarto di secolo. Ideato, inizialmente per migliorare le telecomunicazioni tra l'Europa e il resto del mondo, negli anni Novanta fu convertito in uno strumento di vigilanza delle coste e degli spazi europei.
In questo momento, a quasi 40 mila chilometri d'altezza, fuori dall'atmosfera terrestre, orbita il potentissimo occhio elettronico, Spainsat che vigila migranti provenienti dal nord Africa e dal centro, lungo le due rotte: quella mediterranea e atlantica. La sentinella orbitante è stata voluta, dieci anni fa, dal ministero della Difesa spagnolo, una satellite spia di quattro tonnellate che è diventato il principale centro di coordinamento europeo per la lotta ai sin papel, ai trafficanti di uomini e di droga.
L'occhio spia della Spagna vigila i flussi di migranti e dei trafficanti di stupefacenti
Tra il 2006 e il 2008, all'apice di una crisi umanitaria senza precedenti, centinaia di immigrati percorrevano la rotta atlantica, partendo dai Paesi costieri del centro Africa, servendosi, per lo più, di zattere improvvisate, approdavano alle Isole Canarie.
L'esecutivo socialista di Zapatero fu spinto, così, a inaugurare la sua politica di "serrato controllo dell'immigrazione" clandestina con un satellite, per individuare anche eventuali terroristi islamisti e anche trafficanti di droga. Negli ultimi dieci anni Spainsat, con i conflitti in Siria e in Libia, si è dimostrato di grande aiuto per individuare migranti e profughi di guerra, allertando e collegando tra loro tutte le forze impegnate nella sicurezza dei confini spagnoli.
Spainsat è il cuore di una rete cifrata di vigilanza denominata Sea Horse Network. Vi partecipano altri quattro Paesi direttamente esposti al fenomeno immigrazione: Capo Verde, Senegal, Mauritania e Portogallo. La base di controllo è a Las Palmas, Isole Canarie, mentre il satellite che vigila sul resto d'Europa è sempre in Spagna, ma a Torrejón de Ardoz, a quindici chilometri da Madrid.
Bruxelles aveva pensato, inizialmente, di creare alcune basi anche in Marocco, tuttavia il Governo del Paese nord africano non ha voluto entrare nel progetto.
Le basi che ricevono le immagini dal satellite SpanSat sono alle Isole Canarie e a Madrid
A Las Palmas e a Torrejón de Ardoz, inoltre, sono raccolte e decriptate le informazioni inviate dagli agenti segreti in missione nei Paesi africani del Centro Nacional de Inteligencia (C.N.I.), l'intelligence spagnola, e gli avvisi del Sistema Integrato di Vigilanza Esterna (Sive), la barriera elettronica terrestre che dal 2001 dimostra di essere uno dei più avanzati dispositivi di monitoraggio esistenti al mondo utilizzati anche dalla Spagna. Il sistema impiega videocamere ad alta definizione dotate di raggi infrarossi, sensori acustici sensibilissimi e radar capaci di individuare una patera, una zattera di legno, a 60 miglia marine di distanza, un gommone a 80 e una nave da trasporto a 100.
Questo sistema sofisticato di controllo, formato da SpainSat e Sive, fu provato per la prima volta per controllare lo stretto di Gibilterra, con ottimi risultati. Il Governo di Madrid, negli ultimi quindici anni, ha disseminato le sue coste meridionali e quelle orientali delle Canarie di questi dispositivi: oggi sono oltre quaranta i punti Sive attivi ed è in progetto di aumentarne il numero. Oltre ai sistemi fissi di controllo e di soccorso, la Guardia Civil e la Guardia Marina hanno montato un sistema mobile sui loro furgoni e sulle loro motovedette per pattugliare le coste e le spiagge, durante l'aumento dei flussi migratori.
Spainsat e Sive pattugliano dal cielo e dalla terra prevedendo eventuali naufragi di migranti
Il sistema terra-aria di controllo migranti ha diminuito lo sforzo delle autorità spagnole e portoghesi in Europa, che si coordinano in totale segretezza. Se una nave di migranti salpa dal Senegal o dalla Guinea Bissau, l'allarme viene, prima lanciato dagli agenti segreti presenti sul posto alle basi centrali che attivano il potente occhio digitale del satellite per tracciare la rotta e intercettare la nave di clandestini, solitamente vecchia e inadatta a navigare, salvandola da un eventuale naufragio con l'invio di motovedette senegalesi o spagnole e portoghesi, in base alla posizione del mezzo in navigazione.
Questo ha permesso negli anni di prevenire affondamenti e salvare vite in uno spazio di Oceano Atlantico trenta volte più pericoloso del Mediterraneo.
Se poi, la barca sospetta passa vicino a Capo Verde, le motovedette della Marina spagnola e portoghese possono fermare la barca e arrestare i trafficati di uomini prima ancora che sbarchi alle Canarie. Lo stesso avviene per i migranti che partono dal Marocco che devono essere intercettati in tempi più brevi per impedire lo sbarco in Andalusia e Murcia. Negli ultimi quindici anni la Spagna ha potuto avvalersi di un valido e instancabile alleato in orbita e in terra per vigilare i suoi confini. Con questo sistema, Madrid in quasi vent'anni, ha anche soccorso, dando assistenza medica, più di settecentomila persone, tra migranti e profughi di guerra.