È terremoto politico di natura regionale in Spagna, ma è stato molto bene avvertito anche nella capitale Madrid. Il 10 marzo due eventi, apparentemente slegati, però concatenati hanno sconvolto il panorama politico. Al mattino, la piccola Comunità autonoma di Murcia ha visto in poche ore cadere il suo governo, formato da una granitica alleanza tra il Partito Popolare (PP) e Ciudadanos (Cs) di Inés Arrimadas che si è staccato dalla posizione di centrodestra, virando a sinistra per una momentanea alleanza con il Partito Socialista (Psoe), all’opposizione, e lanciare una mozione di sfiducia all’esecutivo di centrodestra dei Popolari rimasti soltanto con l’appoggio del partito di estrema destra Vox.

Nella Costituzione spagnola (non in quella italiana, ndr) un partito d’opposizione che raccoglie il consenso di uno schieramento della maggioranza, può decretare il ribaltone politico del governo che decade e i suoi politici e ministri passano all’opposizione. Questo è avvenuto nel Parlamento regionale di Murcia, mercoledì mattina. La regione che si affaccia sul Mediterraneo è da quasi mezzo secolo un tradizionale feudo del Partido Popular e il ribaltone politico apre, ora, nuovi scenari e alleanze che avranno conseguenze sull’esecutivo centrale di Pedro Sánchez che, da molto, rincorre un’alleanza con gli “arancioni” di Cs, per esautorare lo scomodo alleato Unidas Podemos.

Dopo il ribaltone di Murcia, Ayuso anticipa elezioni per evitare crisi del Governo locale di Madrid

Poche ore dopo, la notizia giungeva, sotto forma di scossa sismica, nella Comunità di Madrid che ha la medesima architettura Politica di Murcia, quindi il PP al potere con l’alleato Ciudadanos e l’appoggio esterno di Vox di Santiago Abascal.

Qui si verificava un altro fenomeno tellurico: Isabel Ayuso, presidente della Comunità capitolina, una delle politiche più invisa alla sinistra spagnola, dava il via a un’immediata operazione preventiva, annunciando lo scioglimento immediato del Parlamento e le elezioni anticipate.

Una mossa molto scaltra, suggerita dal timore e dal sospetto che il co-titolare di maggioranza Ciudadanos volesse riproporre il ribaltone di Murcia, aprendo all’opposizione per governare, scalzando così il Partito Popolare dalla Real Casa de Correos, la sede del governo regionale.

Infatti, soltanto rinviando alle urne, la Ayuso poteva evitare che i “traditori” di Ciudadanos, sempre più distanti dall’intesa politica con il PP, votassero insieme al centrosinistra una mozione per far saltare il suo Governo.

La mappa politica delle comunità spagnole, dopo Murcia e Madrid, cambierà con nuove alleanze

In queste ore frenetiche in cui Isabel Ayuso si sta consultando con i vertici del Partito Popolare per pianificare la campagna elettorale, sulla stampa iberica, il sostantivo “terremoto” e l’espressione “bomba politica” sono molto utilizzati per spiegare agli spagnoli quanto è successo e come influenzerà il proscenio politico nazionale: la rottura tra il PP e gli "arancioni" di Cs si moltiplicherà nelle altre quindici comunità autonome?

Si chiedono gli analisti politici spagnoli, ipotizzando che la crisi dei Popolari di Pablo Casado a livello regionale, sia da una parte un vantaggio per il premier socialista Sánchez, ma dall'altro lato, possa anche portare nuove tensioni tra gli alleati Psoe e Unidas Podemos.

È atteso, infatti, l’ordine del presidente di Ciudadanos, Inés Arrimadas, ai suoi di sganciarsi dal PP e trovare un’alleanza possibile col centrosinistra dei Socialisti per ribaltare la maggioranza nelle regioni dove comanda il Partito Popolare. E si potrebbe verificare una sensibile redistribuzione del potere a livello nazionale. Inoltre, Ciudadanos potrebbe decidere di appoggiare l'esecutivo di Madrid, ma soltanto dall'esterno, come attualmente fanno i piccoli partiti autonomisti e regionalisti catalani e baschi. Sarebbe davvero difficile credere che la Arrimadas decidesse di entrare come alleata di Sánchez, sedendo al fianco di Unidas Podemos, un partito con cui non condivide quasi nulla del suo programma.