“La figura interdisciplinare dell’agente di progetto si sta sempre più accreditando nel settore dei finanziamenti europei dove opera in maniera sinergica con lobbisti e rappresentanti di interessi”. È quanto afferma Filippo Giuffrida, direttore dell’Istituto Europeo di Studi Giuridici e di Comunicazione, che abbiamo incontrato in occasione del seminario “Europrogettazione 2.0” organizzato a Bruxelles dalla Camera di Commercio Belgo-Italiana. L’agente di progetto è un esperto di project scouting che crea partenariati attraverso i quali realizzare progetti europei di qualità.
Per Giuffrida, l’attività dell’agente trae vantaggio dalla collaborazione con il lobbista, il quale può mettere a disposizione le sue conoscenze sulle dinamiche dei finanziatori e una rete internazionale di contatti. Il dialogo e il lavoro congiunto di questi due soggetti permettono un reciproco miglioramento nella realizzazione dei rispettivi obiettivi.
Dott. Giuffrida, quale ruolo svolgono le lobby nel processo decisionale europeo? È possibile verificarne l’attività?
Le lobby forniscono al legislatore gli elementi fattuali e di contesto che servono per una corretta fase “progettuale” (quando davanti alla Commissione) e per “correggere” eventuali derive in fase di approvazione (Parlamento).
A questa realtà teorica deve applicarsi il filtro della quotidianità, che presuppone, usando termini mutuati dalla filosofia del diritto, un legislatore “ragionevole”, in grado di valutare i differenti input forniti dalle varie lobby; “corretto”, che tenga conto degli aspetti economici, sociali e giuridici delle parti in causa; “giusto”, cioè capace di contemperare le diverse esigenze all’interesse generale.
A partire dai dati del Registro europeo di Trasparenza e dalle elaborazioni che di essi fanno varie ONG, come ad esempio Integritywatch, è possibile verificare l’azione “pubblica” delle lobby. Tuttavia restano sottratte a tale monitoraggio tutte quelle attività informali e di comunicazione che, pur potendo influire sulla presa di decisione, non possono essere rilevate.
Come l’attività del lobbista europeo si integra con quella dell’agente di progetto?
La figura dell’agente di progetto è un interessante esempio di come l’interdisciplinarietà si stia accreditando quale vitale requisito negli “affari europei”. Il ruolo di scouting svolto dall’agente implica non solo una profonda conoscenza delle dinamiche dei finanziatori – che quindi lo mette sullo stesso piano del lobbista – ma anche lo sviluppo di una rete di contatti che gli permettano di essere informato in tempi utili di quanto potrebbe trasformarsi in un’opportunità lavorativa. L’agente di progetto quindi per meglio configurare questa parte delle sue attività si rivolgerà a un professionista della lobby per essere più incisivo.
Inoltre, affinché il progetto da lui patrocinato possa “emergere” tra i concorrenti, per l’agente di progetto un’attività di relazioni istituzionali e di lobby diventa vitale. Appare nuovamente la necessità d’integrare quindi la pratica legata al profilo dell’europrogettazione con quella della rappresentanza d’interessi.
Public relations e campagne di comunicazione sono importanti sia per i lobbisti che per gli agenti di progetto. Come si configurano questi due aspetti?
Le campagne di comunicazione sono uno degli ingredienti delle public relations. La comunicazione tradizionale è infatti sempre di più accompagnata da supporti di e-communications, che tendono a creare un “ambiente favorevole” al messaggio promosso in una più ampia strategia di relazioni pubbliche.
Siano esse volte semplicemente a far conoscere un “prodotto” (un’azienda, un progetto, un’entità pubblica…), a far cambiare uno status (creazione di nuovi mercati, miglioramento di una posizione su un mercato dato) o a evitare cambiamenti dannosi., le pubbliche relazioni non possono ormai prescindere da una strategia di comunicazione tesa a creare “consenso” (o “dissenso”) e ad aumentare le possibilità di successo.