La Campania, dopo il Veneto, ha istituito un sito per facilitare l'incontro tra ricerca e Offerte di lavoro: il portale cliclavoro.lavorocampania.it cerca di mettere in contatto chi offre lavoro e chi lo cerca. Cliclavorocampania, attuato dall'Assessorato al Lavoro della Regione Campania, consente ai datori di lavoro, agli operatori pubblici e privati ed ai cittadini di registrarsi sul sito, inserire i dati relativi all'offerta di lavoro ed il curriculum dei  candidati.

Sono già oltre trentottomila i profili attivi sul sito, sul quale sono presenti anche i sette atenei campani.

Il sistema regionale è inoltre collegato con quello nazionale per cui è possibile  cercare le opportunità lavorative offerte in altre regioni italiane. Il sistema raccoglie anche i soggetti dell'intermediazione, come i centri per l'impiego, gli atenei campani, le scuole superiori.

In questo periodo di grave crisi e di diffuso disagio sociale dovuto alla mancanza di lavoro, si spera che questa iniziativa della Regione Campania possa concretamente ridurre la disoccupazione.

E' chiaro che per risolvere il problema sono necessari soprattutto interventi legislativi. La riduzione delle tasse  che gravano sulle imprese, sui lavoratori e sui pensionati è il primo passo da fare, per aumentare la disponibilità economica delle famiglie, incrementare i consumi e, conseguentemente, la produzione dei beni. 

E' indispensabile, poi, programmare la riforma della scuola media superiore, in modo tale da avere istituti professionali che affianchino alla teoria  la pratica, con stage presso le imprese.

Prevedere che lo studente, con l'esame finale, sia abilitato alla professione e non, come avviene ora, ritenuto solo maturo.

Procedere ad una vera liberalizzazione delle professioni e delle imprese, dando la possibilità a tutti di intraprendere  l'attività lavorativa scelta senza  i vincoli ed i lacci burocratici che oggi affossano la nostra economia e facilitano la corruzione.

Prevedere, per i primi anni di attività, un regime fiscale agevolato simile a quello oggi applicato per i lavoratori autonomi di età inferiore ai trentacinque anni. Mi riferisco al regime dei "contributi minimi" che consente di pagare solo il 5% di Irpef  calcolato sul ricavo netto (dal ricavo lordo si sottraggono le spese di gestione).

Spero che sia superfluo ricordare che il primo articolo della nostra Costituzione recita che la nostra è una Repubblica democratica fondata sul lavoro .