Mentre gli elenchi dei precari si allungano sempre di più la politica partorisce nuove idee su come reclutare gli insegnanti, su come smaltire le graduatorie, su come risolvere i problemi che gravitano attorno al mondo della Scuola italiana.

L'idea principale è quella di stabilizzare il precariato in pochissimi anni, come se non ci avessero provato tutti i ministri dell'Istruzione che si sono succeduti fino ad ora, tramite assunzioni che dovrebbero avvenire con concorsi non più a livello nazionale ma gestiti direttamente dalle scuole che hanno bisogno di personale.

Ovviamente c'è bisogno di una revisione delle legge Fornero per creare una Laurea ad hoc per insegnare, che prepari gli insegnanti al loro mestiere, come se fosse una cosa che si possa imparare sui libri e non all'interno delle aule, quando si è da soli di fronte ad una classe.

Per uscire dalla crisi il Pd e Renzi vogliono puntare sulla scuola e sugli insegnanti con una rivoluzione piena di novità su cui sta lavorando Davide Faraone, il responsabile della Scuola e Welfare della segreteria del Pd. Secondo le intenzioni del premier incaricato queste novità dovrebbero trovare attuazione in tempi molto stretti e punterà soprattutto sul merito e non solo sull'anzianità di servizio.

Uno dei compiti che vuole proporsi il governo Renzi è proprio quello di risolvere il gravoso problema del precariato nella scuola: secondo i calcoli fatti a partire dal 2017 i pensionamenti nella scuola saranno di 40mila insegnati ogni anno, nell'arco di una sola legislatura quindi circa 185mila precari troverebbero la cattedra fissa.

Circa 90 mila altri insegnanti si abiliteranno poi con i PAS mentre altri 11mila hanno ottenuto l'abilitazione con i TFA. Una fetta di questi abilitati non potranno essere inseriti nelle graduatorie ad esaurimento, ma potranno sperare in un contratto a tempo determinato triennale per garantire continuità didattica.

Per quanto riguarda le quote di assunzioni dai concorsi che attualmente è del 25%, aumenterà man mano fino ad arrivare al 100% nel 2018.

Ma attenzione, ai nuovi concorsi potranno partecipare soltanto gli abilitati uscenti dalle facoltà create per l'insegnamento. Una rivoluzione vera e propria, ma che fine faranno coloro che hanno fatto i precari per una vita senza abilitazione? Che fine faranno coloro che hanno lavorato per anni in terza fascia? Forse in tutte queste novità qualcosa va rivisto.