Da lunedì 3 marzo 2014, i tabaccai di tutta Italia non venderanno più sigarette per ogni lunedì mattina del mese. I motivi della protesta sono chiari: la vendita delle bionde è diventato nel corso del tempo un affare sempre meno redditizio, a causa delle tasse imposte dai vari governi che si sono succeduti nel tempo, imposte che hanno via via ridotto all'osso i ricavi finali dei tabaccai stessi.

Il presidente della Federazione dei tabaccai (Fit) Giovanni Risso infatti parla di "un vano tentativo di dialogo protratto nel tempo e senza nessun successo significativo.

Ora il tempo è scaduto e si passa all'azione. Da qui la richiesta dell'aumento dell'aggio, oppure lo sciopero proseguirà ad oltranza".

Secondo i dati della Fit, il mercato della vendita delle sigarette e del tabacco in generale è in drammatico calo da alcuni anni: la Federazione dei tabaccai denuncia il costante decrescere delle vendite a causa del proliferare del contrabbando, per la contraffazione, la congiuntura economica ed il grande successo riscontrato dalla sigaretta elettronica.

Il calo degli affari è andato di pari passo con una tassazione sempre più da record: si calcola infatti che la tassazione ora sfiori il 75% del prezzo finale di un pacchetto di sigarette. Da qui dunque la richiesta di un aumento dell'aggio che compensi le crescenti difficoltà economiche incontrate dai titolari delle tabaccherie italiane.

I tabaccai tengono in ogni caso a precisare che terranno aperto il negozio, ma sostanzialmente non venderanno più tabacco. L'orario della protesta indetta dalla Fit va dalle 9 alle 12 di ogni lunedì mattina, protesta che andrà avanti ad oltranza per ogni lunedì mattina del mese di marzo fino all'eventuale sblocco della vertenza.