Il Miur ha previsto per i prossimi tre anni il reclutamento di 63.000 mila docenti precari con una distribuzione del 50% dalle graduatorie dei concorsi e 50% dalle graduatorie ad esaurimento. Questo è quanto ha dichiarato il Capo Dipartimento per l'Istruzione del Miur, Luciano Chiappetta.



Le immissioni in ruolo verranno distribuite nei prossimi anni secondo la seguente suddivisione:



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29.000 immissioni in ruolo nell'a.s. 2014/15, 14mila copriranno i posti lasciati liberi da coloro che andranno in pensione, che verranno occupati da 7mila vincitori del concorso del 2012 e 7 mila dalle graduatorie a esaurimento.

Gli altri 15mila posti invece sono le assunzioni sul sostegno programmate dal ministro Carrozza nel 2013. Le previsioni però, dice Luciano Chiappetta, potrebbero essere meno sostanziose di quanto realmente potrebbe essere realizzato nel caso che il Mef dia l'ok alle assunzioni su circa 8mila posti esistenti, ma non autorizzati, a causa degli esuberi.



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22.000 immissioni in ruolo nell'a.s. 2015/16 di cui 14.000 derivanti dai pensionamenti e 8.000 di sostegno, già previsti dal decreto della Carrozza, di questi 7.000 destinati agli idonei del concorso 2012.



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12.000 previsti nell'a.s. 2016/17 di cui il 50% spetterà ai vincitori del concorso che il ministro Giannini ha già dichiarato sarà bandito per la primavera del 2015, che darà la possibilità d'inclusione agli abilitati del II ciclo TFA e il 50% dalle Graduatorie ad esaurimento che nel giro di 10 anni dovrebbero essere svuotate secondo le previsioni.





I numeri delle previsioni di Chiappetta faranno felici molti docenti ma non sono sufficienti a coprire il reale fabbisogno organico delle classi italiane, ecco la critica costruttiva che andrebbe mossa al governo Renzi, che nel settore Scuola non si è ancora occupato di più di una questione annosa che preoccupa gli addetti ai lavori, dopo i tagli che ha subito la scuola ad opera della famigerata riforma Gelmini.





I problemi delle classi e degli uffici delle scuole non sono cambiati, che la scuola funzioni o meno, ormai come pure la Sanità e la Giustizia, sembra non essere un problema dei governi presi solo a prevedere tagli; il governo Berlusconi e Monti lo ha fatto togliendo a 200 mila addetti del mondo scuola ogni certezza futura.



I tagli hanno reso sempre più inefficienti le scuole italiane lasciando gli uffici allo sbando con scadenze continue, ignorando la sempre più alta necessità di un maggior numero di collaboratori scolastici da ausilio e da vigilanza nelle scuole, per non parlare dei disagi dei docenti con problematiche serie dovute alla presenza delle 'classi pollaio'.





Questi numeri non sono affatto sufficienti e poi il personale ATA non viene per niente preso in considerazione, anzi si vocifera di un nuovo passaggio dei collaboratori scolastici che transiteranno al profilo di assistente amministrativo. Nel momento in cui il personale in servizio deve far fronte a tanto lavoro anche arretrato e i passaggi di profilo costituiscono solo un rallentamento.