La vera casta sono loro, i dirigenti della pubblica amministrazione italiana. Contano spesso più dei politici, sono inamovibili, ma soprattutto fanno invidia a Paperon de' Paperoni. I nostri "grand commis", infatti, guadagnano più di un ministro (il doppio) e addirittura 12,6 volte di un cittadino italiano con reddito medio. E sono anche tra i manager più ricchi in Europa (i manager pubblici inglesi guadagnano 8,48 volte in più della media nazionale, i francesi il 6,44 e i tedeschi 4,97).

Ad indagare sulle caratteristiche degli occupati nelle amministrazioni del belpaese è uno studio presentato nell'ambito del Forum p.a.

nei giorni scorsi a Roma. Secondo il rapporto la dirigenza italiana nell'ultimo decennio ha subito meno tagli, non solo in termini di poltrone, ma anche sul fronte retributivo. A dispetto delle spending review.

Fatto 100, infatti, il numero indice delle retribuzioni pubbliche nel 2001, quella apicale nel 2012 è arrivata a quota 137, mentre la componente dirigenziale di seconda fascia si è fermata a 121 e il resto del personale a 127. E si tratta di dirigenti che guadagnano di più anche in rapporto al numero dei dipendenti in servizio, che peraltro nel corso degli anni è addirittura diminuito: 11,7 dipendenti per ogni dirigente nel 2012 contro i 12,3 del 2004.

Dallo studio emergono anche altre anomalie tipicamente nostrane, che stridono non soltanto con il rigore imposto in tempi di crisi, ma con il generale buon senso, verrebbe da dire.

Infatti, oltre ad essere i più ricchi d'Europa i nostri alti funzionari sono anche i più vecchi, con un'età età media di 48 anni. Solo il 10% dei lavoratori della Pubblica Amministrazione ha meno di 35 anni e l'1% 25 anni o meno (in Francia e Gran Bretagna le percentuali sono rispettivamente del 27% e del 25%).

E non se la passano male, in Italia, nemmeno i dirigenti delle posizioni immediatamente inferiori.

Un dipendente italiano in prima fascia, infatti, guadagna 10,17 volte il reddito medio nazionale (in Inghilterra 5,59, in Francia 5,21 e in Germania 4,44).

In totale, la forza lavoro all'opera nella pubblica amministrazione italiana nel 2012 era pari a 3 milioni 344 mila unità, in diminuzione del 4,8% rispetto al 2009, così come è diminuita al suo interno la percentuale del lavoro flessibile (dal 13,6% del 2001 al 10% del 2012).

A causa del blocco del "turnover" e delle assunzioni sempre meno frequenti gli impiegati italiani sono anche i meno giovani rispetto ad altri Paesi europei. L'età media, infatti, è di 48 anni (con un picco nei ministeri di 52 anni) e un'anzianità media di servizio di 22 anni. Leggermente inferiore, infine, l'età media dei dirigenti nella scuola che è di 51 anni, mentre nelle forze di polizia di 41, età che è comunque salita di 8 anni dal 2001.