All'insegna dello slogan pubblicitario 'Per molti ma non per tutti' è partita la discussione alla Camera riguardante l'ennesima salvaguardia (la sesta) di altri 32.100 esodati che farà salire il totale dei lavoratori 'salvati' dalle ingiustizie della riforma Fornero a 170 mila. Se da una parte c'è soddisfazione per il raggiungimento di un traguardo, seppur parziale, dall'altra fioccano le polemiche, condotte in modo particolare dai sindacati, dal Movimento Cinque Stelle e dalla Lega Nord per la procedura che il governo Renzi sta adottando in tale circostanza.


Governo Renzi, questione esodati: opposizione ferma dei sindacati

I sindacati, a cominciare dalla CGIL hanno duramente criticato l'intervento dell'esecutivo, giudicandolo (per bocca della leader Susanna Camusso) una 'toppa'; anche la CISL ha fatto sapere di non essere d'accordo con le misure che verranno adottate, visto non si è giunti ad una 'soluzione strutturale'.
In effetti, il testo unico di proposta di legge redatto e sottoscritto da quasi tutte le forze politiche prevedeva inizialmente ben altre richieste, bocciate successivamente dal governo Renzi, su suggerimento della ragioneria dello Stato, in quanto troppo esose per le casse dello Stato.
Se da una parte la relatrice del provvedimento, Marialuisa Gnecchi (PD) parla di un 'passo avanti', dall'altra la deputata si è dichiarata pronta a lottare 'perchè la questione degli esodati va assolutamente risolta'.

Governo Renzi, esodati e quote 96 scuola: M5S e Lega Nord protestano

Una dura contestazione è giunta anche dal Movimento Cinque Stelle che ha fortemente criticato l'esclusione dei cosiddetti 'Quota 96' della scuola: per questa categoria di lavoratori, i grillini si erano battuti a lungo, salvo poi vedere la loro proposta giudicata come inammissibile per 'estraneità della materia'.

Infine, voci di ribellione stanno giungendo anche dalla Lega nord attraverso il capogruppo in XI commissione Massimiliano Fedriga (promotore e firmatario della maggior parte dei subemendamenti): l'esponente leghista ha dimostrato la propria contrarietà alla scelta di prelevare i fondi per gli esodati dal bacino riservato ai cassintegrati. Fedriga ha giudicato tale misura 'una mossa subdola e immorale, che mette in guerra due categorie vittime della crisi'.