Il premierMatteo Renzi esprime la sua soddisfazione per il cammino delle riforme, cammino che procede, a suo dire, senza grandi scossoni e senza eccessive preoccupazioni con l'intento di cambiare l'Italia; non altrettanto possono dire i quota 96 scuola sulla linearità, per quel che concerne la loro assurda vicenda, del percorso intrapreso dall'iter parlamentare del decreto sulla Pubblica Amministrazione.
Se è vero, com'è vero, che l'emendamento al decreto sulla Pubblica Amministrazione è stato presentato da parte delle on. Manuela Ghizzoni ed Antonella Incerti, modifica attraverso la quale i quota 96 vedrebbero finalmente riconosciuto il diritto al collocamento al riposo, è anche vero che nell'emendamento non si riconosce il godimento della buonuscita con la tempistica anteFornero.
Ma cosa è scritto nell'emendamento che fa infuriare il personale quota 96
Nell'emendamento difatti viene scritto: "Per i lavoratori che accedono al beneficio di cui al comma 1, il trattamento di fine rapporto, comunque denominato, è corrisposto al momento in cui il soggetto avrebbe maturato il diritto alla corresponsione dello stesso secondo le disposizioni di cui all'articolo 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, e sulla base di quanto stabilito dall'articolo 1, comma 22, del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, nonché secondo le modalità previste a legislazione vigente", che tradotto in termini più "umani" sta a significare che per la buonuscita bisognerà aspettare oltre due anni dal momento in cui si andrà in pensione.
Norma che ha fatto infuriare i quota 96 e scatenare una catena senza fine di messaggi di protesta sul loro blog. Nei messaggi affermano che se finalmente viene riconosciuto l'errore della Fornero, dall'altra sta per essere commesso un nuovo errore. Anche la buonuscita era un diritto acquisito così come la tempistica per la sua erogazione e cioè entro sei mesi dal collocamento al riposo.
Con l'emendamento, invece, tale diritto non viene riconosciuto, scatenando le proteste egli interessati.
Frutto di volontà politica? Nuovo errore?
Sarà anche questa una svista? Sarà frutto di volontà politica? Sarà il compresso all'italiana raggiunto con la ragioneria dello Stato? Sta di fatto che a pagare son sempre loro.
Proprio loro che hanno lavorato senza alcun riconoscimento economico aggiuntivo per oltre due anni per colpa di un errore commesso da altri.
Il governo Renzi o le stesse parlamentari che hanno presentato l'emendamento, sapranno rimediare andando incontro alle proteste?
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