Anief ha definito la sua battaglia a favore del 'pettine' nelle graduatorie ad esaurimento della Scuola come 'una battaglia di civiltà e di rispetto per il lavoro e la professionalità' dei tanti insegnanti precari. Nel 2009 ai precari è stato negato il diritto al trasferimento di provincia nelle Graduatorie ad esaurimento e la possibilità di ottenere un contratto a tempo indeterminato grazie alla corretta collocazione in graduatoria. Da allora molti ricorsi sono stati presentati contro un provvedimento considerato ingiusto. E i tribunali hanno dato ragione ai docenti precari.

Scuola, graduatorie ad esaurimento: diritto dei precari violato

Dopo le Corti d'Appello di Genova, Milano, Salerno, Lecce e L'Aquila, anche la Corte d'Appello di Bologna ha emesso una sentenza in cui si stabilisce il pieno diritto all'immissione in ruolo agli iscritti che hanno ottenuto la loro collocazione in graduatoria in coda anziché 'a pettine'. I tribunali hanno respinto tutte le tesi portate dal Miur sulla validità del provvedimento, considerando la questione ingiustificabile. L'appello del Miur quindi non è servito a nulla, dato che è stata confermata la sentenza precedente in primo grado. Il Miur è stato condannato anche al pagamento delle spese per tutti i gradi di giudizio.

Precari, lavoro e Miur: si apre uno spiraglio per molti

L'ennesima battaglia vinta sulla questione delle graduatorie ad esaurimento, ricorda che tutti i precari che hanno subito questa ingiustizia hanno la possibilità di ottenere l'immissione in ruolo, se scavalcati ingiustamente in graduatoria dai colleghi a causa del provvedimento del Miur.

La violazione dei diritti fondamentali e della professionalità dei lavoratori della scuola può essere combattuta. In un articolo precedente abbiamo illustrato i due casi in cui i precari potrebbero ottenere un contratto a tempo indeterminato, sulla base delle sentenze emesse dai tribunali contro il Miur. Al momento si attende quella più importante, della Corte di Giustizia Europea, che dovrà stabilire se l'Italia sarà costretta ad assumere i precari con oltre 36 mesi di servizio.