Da qualche ora si è diffusa la notizia che sta facendo angosciare i precari della Scuola. Fino a una decina di anni fa non era difficile entrare nelle liste dei precari. Per essere inseriti nelle liste delle supplenze l'insegnante doveva superare un concorso. Il raggiungimento dell'idoneità dava il diritto all'inserimento nel gruppo dei supplenti. Così, il docente iniziava ad effettuare qualche supplenza per poi, dopo molti anni, raggiungere il tanto agognato incarico annuale, prima dell'immissione in ruolo. Ora è tutto diverso. Per entrare in quelle liste bisogna seguire corsi universitari a pagamento e poi specializzarsi.

Il sottosegretario Reggi, in un'intervista a Repubblica di qualche giorno fa, ha specificato quali sono le intenzioni del governo. Tra i vari provvedimenti relativi alla scuola, che stanno creando non poche polemiche, c'è quello di dare agli insegnanti di ruolo le supplenze brevi togliendole, di fatto, a tutti gli iscritti nelle graduatorie d'istituto (sono circa 300mila persone). Questa ipotesi, così, cancellerebbe il precariato italiano della scuola creando ancora disoccupazione nazionale. Per questo motivo, i supplenti sono in completa agitazione.

La cancellazione eventuale delle graduatorie porterebbe un grosso danno economico anche alle casse delle Università dove, negli ultimi dieci anni, si sono organizzati tanti corsi per i precari con i diversi corsi, Ssis, Pas, ecc.

Tanti benefici economici, soprattutto, dopo le ristrettezze successive alla riforma Gelmini. Grazie agli introiti di questi corsi le Università sono sopravvissute al calo dei finanziamenti statali.

Inoltre, ogni due anni le graduatorie provinciali si rinnovano e questo provoca uno sconvolgimento della graduatoria. I docenti sono, così, costretti ad acquisire qualche titolo per tornare nelle posizioni migliori.

Quelli più ambiti, da qualche anno, sono i corsi online Forcom che organizza dei corsi, a pagamento, che valgono 3 punti, con un costo approssimativo di 650 euro. È possibile anche seguirne più di uno, tutti ovviamente a pagamento.