Nonostante sia allo studio il cosiddetto "pacchetto Scuola", potrebbe non arrivare a breve tempo la soluzione per gli oltre 4000 quota 96 dell'istruzione pubblica. Come già confermato in alcune recenti dichiarazioni del Premier Matteo Renzi, la priorità dell'azione di riforma del Governo deve essere indirizzato prima verso coloro che sono rimasti senza lavoro. Si tratterebbe dell'ennesima doccia fredda per gli insegnanti e i lavoratori ATA della scuola pubblica classe 1951/1952, che hanno già maturato il diritto alla pensione sommando 36 anni di contribuzione ai 60 anni anagrafici, oppure 35 anni di contribuzione e 61 anni di età.
La protesta indetta dai quota 96 per il 29 agosto a Roma
Eppure i Quota 96 hanno indetto una manifestazione di protesta proprio in coincidenza con il Consiglio dei Ministri, nella speranza che la loro voce non sia inascoltata. Il prossimo venerdì si riuniranno in corteo assieme ai precari della scuola: l'appuntamento è previsto per le ore 11.00 presso la piazza S.S. Apostoli. A dare man forte ci saranno anche i precari della scuola e le rispettive sigle sindacali, tra cui i Cobas Scuola e la FLC CGIL. Per tutti, la parola d'ordine è il ripristino al diritto alla pensione e al diritto all'assunzione. Due punti chiave strettamente legati tra loro, visto che i mancati pensionamenti bloccano di fatto anche la staffetta generazionale dei docenti.
Le novità in arrivo nella prossima legge di stabilità
Sembra invece più probabile che una soluzione possa arrivare dalla legge di stabilità, che però si concretizzerà solo in autunno. Nella pratica, il prossimo consiglio dei Ministri si occuperà di delineare le linee guida del pacchetto Scuola, andando a toccare esclusivamente questioni di riorganizzazione interna come l'autonomia degli istituti e la valorizzazione degli insegnanti.
D'altra parte, ogni volta che sono stati proposti provvedimenti su misura per la platea dei Quota 96 sono arrivate con altrettanta dovizia cancellazioni e dietrofront, principalmente a causa della mancanza di coperture. È proprio questo dettaglio che rende maggiormente probabile un intervento risolutivo solo all'interno della prossima legge di stabilità, quando saranno chiari i conti del Paese e si potrà individuare con certezza il luogo di reperimento dei fondi utili a risolvere definitivamente la situazione degli "esodati della scuola".