Non si placano le polemiche relative al caso pensioni lavoratori precoci: con la conversione in legge della riforma PA è adesso noto il quadro relativo agli interventi previdenziali effettivamente fatti confluire dal governo Renzi all’interno del provvedimento, ed una prima analisi appare più che sufficiente per comprendere come le promesse disattese siano state davvero troppe. A cominciare dalla presunta cancellazione delle penalizzazioni previste per chi accede al pensionamento a quota 62 anni sino ad arrivare alle misure sulla pensione anticipata che hanno interessato esclusivamente i lavoratori del settore pubblico.

A poco o nulla servono in questo momento le rassicurazioni mosse dal ministro Poletti in merito alla possibilità di prevedere nuove misure in deroga alla riforma Fornero: la verità è che il governo Renzi sta mostrando un’indifferenza imbarazzante verso il caso Pensioni lavoratori precoci. Voltare le spalle a chi ha iniziato a lavorare a 15 o 16 anni anche per contribuire alla crescita del paese appare oltraggioso ed offensivo: gli stessi lavoratori precoci si sono detti indignati.

Pensioni lavoratori precoci, riforma PA e pensione anticipata: il governo Renzi ha fallito? La risposta non può che essere una

Come accennato in apertura, la conversione in legge della riforma PA ha consentito di fare luce sulla misure previdenziali inserite dal governo Renzi all’interno del provvedimento: in primis, la millantata manovra relativa alla cancellazione delle penalizzazioni per chi accede al pensionamento a quota 62 anni - misura che il presidente della Commissione Lavoro Damiano aveva salutato con grande ottimismo ‘finalmente si leva un fardello di dosso ai lavoratori precoci’- non è stata approvata per via delle pressioni esercitate dalla Ragioneria. Perché, verrebbe da chiedersi, prevedere una misura senza aver prima messo in conto le relative coperture economiche? E’ la Costituzione stessa a prevedere come ogni legge che includa delle spese debba indicare le risorse necessarie a sostenerle, perché dunque contribuire a generare speranze ed illusioni? La misura non avrebbe risolto il caso pensioni lavoratori precoci ma avrebbe di certo dato respiro ad una categoria vessata come non mai che dalla propria parte non ha purtroppo il sostegno mediatico assicurato ad altre vertenze previdenziali. Con la ratifica della riforma Fornero che ha innalzato l’età pensionabile sino a 67 anni l’unica speranza per la risoluzione del caso pensioni lavoratori precoci è adesso costituita dal riassetto della pensione anticipata che il governo Renzi effettuerà in autunno all’interno della legge di Stabilità, ma al di là di quello che potrà essere resta ancora da capire perché quello che poteva essere non è stato.

Pensioni lavoratori precoci, il governo Renzi ha fallito ma l’appoggio di Sindacati e Istituzioni è venuto meno

Quando alcuni mesi si discuteva della riforma PA, il presidente Damiano sottolineò che il sistema previdenziale è omogeneo e che per tanto non si sarebbe dovuto prevedere un regime normativo differente per privati e pubblici: tradotto, se la riforma PA ri-disegnerà l’accesso alla pensione anticipata per i dipendenti pubblici lo stesso dovrà fare per i privati, lavoratori precoci compresi. Sulla stessa lunghezza d’onda si erano mostrati i sindacati, ma alla prova dei fatti, quando la riforma PA è divenuta legge ed è parso chiaro che tra gli altri anche il caso pensioni lavoratori precoci era stato ignorato, nessuno si è fatto sentire: ‘Cari politici - ci scrive Maurizio in risposta ad un sondaggio - non vi vergognate di come affrontate i nostri problemi? Per noi lavoratori precoci non sono sufficienti 42 anni e sei mesi di lavoro e ci date anche la penalizzazione, siete peggio dei vampiri ma la giustizia divina colpirà anche voi […]’. E Voi che cosa pensate? Qual è il vostro parere su come il governo Renzi sta affrontando il caso pensioni lavoratori precoci? Dateci un giudizio commentando l’articolo.