Con l’approvazione della riforma PA da parte del Senato si è di certo chiuso un primo importante passo relativo alla manovra sul prepensionamento statali: a prima vista il quadro sembrerebbe completo, ma la nota diffusa dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato apre a nuovi scenari. Il comunicato sottolinea come giorno 3 settembre riprenderà al Senato l’esame del ddl delega di riforma della PA che statuisce nuove norme in tema di prepensionamento statali e pensionamenti d’ufficio, urge dunque attendere perché il quadro sia realmente completo.

Dopo l’ok del Senato è comunque possibile stilare un primo bilancio: la manovra connessa al prepensionamento statali nacque diversi mesi fa quando il Commissario per la Spending Review Carlo Cottarelli sottolineò che nella PA erano presenti almeno 83mila esuberi. Il piano del ministro della PA Marianna Madia fu subito chiaro: per snellire l’organico e riattivare un turn over fermo al palo da troppe generazioni si procederà a ratificare una maxi manovra di prepensionamento. Purtroppo le cose sono andate diversamente, complici la complessità insita in una riforma del genere e le pressioni esercitate dalla Ragioneria di Stato. Valutiamo adesso quali siano i requisiti dettati dall’INPS per l’accesso al prepensionamento o pensione anticipata e quali novità ha introdotto la riforma PA in merito alla misura attinente al prepensionamento statali.



Prepensionamento statali, requisiti INPS e riforma PA: pensionamento d’ufficio e abolizione del trattenimento in servizio

Il provvedimento relativo al prepensionamento statali ha innanzitutto previsto una sorta di ‘sostituzione’ tra un vecchio e un nuovo strumento: da una parte è stato abolito il trattenimento in servizio e dall’altra è stato immesso nel nostro ordinamento il pensionamento d’ufficio, uno strumento col quale la PA potrà ratificare il prepensionamento per un dipendente statale che abbia maturato i requisiti di servizio purchè abbia già compiuto i 62 anni d’età. Il limite sale a 65 per i medici ospedalieri mentre l’istituto non troverà applicazione per medici primari e professori universitari; in un primo momento era prevista anche la cancellazione delle penalizzazioni per chi accede al pensionamento a quota 62 anni, ma le pressioni della Ragioneria hanno indotto il ministro Madia a stralciare la norma. Proprio l’organo contabile ha in una qualche misura stoppato la riforma PA, che nelle intenzioni dello stesso ministro avrebbe dovuto essere molto più ampia e articolata per quel che concerne previdenza e prepensionamento statali: certo il parere dei tecnici è importante ma questa vicenda ha probabilmente suggerito la necessità di delimitare in modo più netto e meno sfumato i confini delle reciproche competenze (pensiamo alla polemica innescata da Boccia sul caso dei Quota 96 della Scuola). Chiudiamo col rammentare i requisiti INPS, con l’ente che ad oggi fissa la soglia contributiva necessaria per l’accesso alla pensione anticipata a quota 42 anni e 6 mesi per gli uomini e a quota 41 anni e 6 mesi per le donne.

Prepensionamento statali, requisiti INPS e riforma PA: nuove norme per i vigili del fuoco

La manovra su prepensionamento statali e riforma PA ha apportato nuove norme anche per quanto riguarda la categoria dei vigili del fuoco: alcuni andranno in pensione anticipata mentre altri saranno assunti, il tutto con grande soddisfazione di Antonio Brizzi, segretario generale del Conapo (Sindacato autonomo Vigili del fuoco): ‘Ora è legge, esprimiamo soddisfazione per le 1.030 ulteriori assunzioni di vigili del fuoco che il Parlamento ha previsto in fase di conversione in legge del decreto legge 90 del 2014 sulla PA’. A questo punto, come di consueto,vorremmo avere un Vostro parere in merito alle ultime novità previdenziali: credete che il governo avrebbe dovuto configurare un prepensionamento statali dal raggio d’azione più ampio? Ritenete che la Ragioneria sia andata oltre le sue funzioni? Dateci un giudizio commentando l’articolo!