Con l’approvazione della riforma PA da parte del Senato si è di certo chiuso un primo importante passo relativo alla manovra sul prepensionamento statali: a prima vista il quadro sembrerebbe completo, ma la nota diffusa dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato apre a nuovi scenari. Il comunicato sottolinea come giorno 3 settembre riprenderà al Senato l’esame del ddl delega di riforma della PA che statuisce nuove norme in tema di prepensionamento statali e pensionamenti d’ufficio, urge dunque attendere perché il quadro sia realmente completo.
Dopo l’ok del Senato è comunque possibile stilare un primo bilancio: la manovra connessa al prepensionamento statali nacque diversi mesi fa quando il Commissario per la Spending Review Carlo Cottarelli sottolineò che nella PA erano presenti almeno 83mila esuberi. Il piano del ministro della PA Marianna Madia fu subito chiaro: per snellire l’organico e riattivare un turn over fermo al palo da troppe generazioni si procederà a ratificare una maxi manovra di prepensionamento. Purtroppo le cose sono andate diversamente, complici la complessità insita in una riforma del genere e le pressioni esercitate dalla Ragioneria di Stato. Valutiamo adesso quali siano i requisiti dettati dall’INPS per l’accesso al prepensionamento o pensione anticipata e quali novità ha introdotto la riforma PA in merito alla misura attinente al prepensionamento statali.