Appuntamento a mercoledì 5 settembre per la presentazione delle linee guida per la riforma della Scuola: un rinvio solo di qualche giorno, come annunciato dal Presidente del Consiglio, che ha motivato la sua scelta con il fatto che ci fosse 'troppa carne al fuoco', alludendo alle altre riforme che stanno per essere varate dall'esecutivo come la 'Sblocca-Italia' o la riforma sulla giustizia. C'era il rischio di congestionare il lavoro dei vari Ministeri coinvolti e così, alla fine, è stato deciso di aspettare qualche giorno prima di dare 'in pasto' alla stampa le novità che entreranno a far parte del mondo scolastico.
Oltre al discorso sulla mancanza di coperture finanziarie, già si parlava insistentemente di contrasti, addirittura insanabili, tra il premier e il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, in seguito alle dichiarazioni rese lunedì scorso dal responsabile del Miur al meeting Comunione e Liberazione di Rimini, sul tema delle scuole pubbliche e private.

Riforma della scuola, Matteo Renzi spiega il suo rapporto con il ministro Giannini

'Non c'è nessun contrasto con nessun ministro.' si è subito affrettato a dichiarare il presidente del Consiglio. 'Ho letto che avrei litigato con tutti i ministri', ha dichiarato Renzi che poi, subito dopo, ha spiegato come mai gli organi di stampa hanno alimentato queste voci. 'Semplicemente abbiamo fatto una riunione del Partito Democratico senza il ministro Giannini. E non mi pare che il ministro Giannini sia iscritto al Pd....' ha detto scherzando il presidente del Consiglio, che comunque non ha negato qualche divergenza di vedute con il numero uno del Miur. 'Non sempre condivido quello che dice la Giannini o altri ma credo che sia un fatto di sanità mentale'.

Del resto, Matteo Renzi (da Firenze) e l'Onorevole Giannini (da Lucca) sono entrambi toscani e, nonostante la celeberrima rivalità tra le varie città (vedi Pisa e Livorno) i fiorentini hanno sempre dimostrato di provare una certa simpatia per le donne lucchesi. Un noto proverbio toscano recita infatti così: 'Pane di Prato, vino di Pomino, potta lucchese e cinci fiorentino'. Gli accusatori, dunque, sono avvisati: difficile metter zizzania tra i due.