Partiamo da una premessa importante: l'obiettivo del Governo per la riforma delle Pensioni 2014 è orientato alla flessibilità e all'inclusività, ma non si tradurrà automaticamente in un lasciapassare per tutti. I numerosi annunci e i repentini dietrofront che si sono susseguiti negli scorsi mesi hanno fatto comprendere bene che la coperta è corta.
Se anche la quadra dovesse essere finalmente trovata, questa prevederà comunque un sacrificio per tutti, contribuenti e pensionati; in questo senso, si parla già di penalizzazione della mensilità per chi ha usufruito della pensione anticipata e di riduzione delle detrazioni irpef ai privati o delle agevolazioni fiscali alle imprese.
Detto questo, la strada maestra per risolvere le tante situazioni di stallo resta ancora quella della pensione anticipata.
Il Governo Renzi prende tempo con il piano millegiorni, ma le parti sociali chiedono soluzione
Il fatto che il problema sia più complicato di quanto ipotizzato inizialmente lo conferma anche l'azione del Governo; avantieri il Premier Matteo Renzi ha presentato il piano millegiorni, un lasso di tempo entro il quale prevede di completare i cambiamenti utili a rinnovare il Paese. Nel corso della conferenza non si è trattato direttamente il tema della pensione anticipata, anche se vi sono stati numerosi riferimenti ufficiali da parte dell'esecutivo, soprattutto per quanto riguarda la gestione della PA.
Ricordiamo che tra i fronti più accesi, vi è il pensionamento dei Quota 96 della scuola. Si tratta di insegnanti e lavoratori ATA che sono rimasti bloccati sul luogo di lavoro pur avendo già acquisito i requisiti di pensionamento, ovvero i 35 anni di contribuzione e 61 anni di età, oppure i 36 anni di contribuzione e i 60 anni di età.
La pensione anticipata come soluzione per i problemi generati dalla Riforma Fornero
Per il settore privato, il Governo al momento non si espone. Resta tutto fermo alle dichiarazioni d'intenti delle settimane precedenti, quando si è comunque avanzata l'ipotesi della pensione anticipata con due specifici requisiti: 35 anni di contribuzione e 62 anni di età.
La misura potrebbe andare a favorire tutta una serie di situazioni contraddistinte dal grave disagio sociale: si parla, ad esempio, di esodati, lavoratori precoci, personale che ha svolto lavori usuranti e anche di disoccupati troppo giovani per accedere al pensionamento e troppo anziani per reinserirsi nel mondo del lavoro.
I sindacati rispondono al Governo Renzi e chiedono di fare le riforme
Non si è fatta attendere la risposta dei sindacati alla conferenza del Premier. Luigi Angeletti della Uil è apparso critico, spiegando che Renzi "continua a spiegarci le riforme che farà. Ora però le riforme le deve fare, perché non abbiamo più tempo". Angeletti ha fatto riferimento anche alla necessità di una riforma del sistema previdenziale, sottolineando come sia assolutamente necessaria, ma allo stesso tempo non possa essere fatta andando a gravare sulla stessa categoria dei pensionati.