Nell'ambito delle Pensioni, molte sono le differenze sostanziali che si possono analizzare per cercare di essere quanto più possibile informati e quindi capaci di districarsi con maggiore facilità all'interno di questo "mondo". Tra queste, merita sicuramente rilievo la distinzione tra pensione di reversibilità, o più semplicemente nota con il solo nome di "reversibilità", e pensione indiretta.

Pensione di reversibilità e Pensione indiretta

Mentre la pensione di reversibilità è identificabile con una somma di denaro che viene fornita ai familiari di un soggetto che al momento della sua morte era in pensione, la pensione indiretta è una somma di denaro che viene corrisposta ai familiari di un soggetto che al momento della sua morte era un lavoratore non ancora in pensione ma che aveva già versato almeno 780 contributi settimanali, oppure 260, ma con il vincolo in questo secondo caso che di questi almeno 160 siano stati versati nel quinquennio che ha preceduto la data del decesso.

Richiesta all'Inps e inoltro della domanda

Per accedere a questa tipologia di pensione bisogna fare richiesta attraverso il sito dell'Inps, il loro call center ma anche rivolgendosi a un Patronato, che potrà chiarire e occuparsi di inoltrare la domanda.

Beneficiari della pensione: coniuge, figli e nipoti

In entrambi i casi la pensione, che viene erogata dal primo giorno del mese seguente a quello in cui il familiare viene a mancare, prevede che i beneficiari siano: il coniuge, anche se al momento della morte era già in atto una separazione, ma il giudice aveva addebitato la separazione al membro della coppia rimasto in vita concedendo quindi gli alimenti a quest'ultimo, ed anche in caso di divorzio se il membro della coppia rimasto in vita percepiva un assegno, sempre imposto dal giudice; i figli, se questi al momento della morte sono minorenni, hanno inabilità o comunque risultano a carico del genitore defunto; e infine anche i nipoti, se questi erano a totale carico del defunto.

Variazioni della somma erogata mensilmente in base ai beneficiari

Per quanto riguarda la somma che viene erogata mensilmente, essa subisce variazioni in base ai beneficiari. Tenendo conto che quasi mai è pari al valore percepito dal soggetto venuto a mancare, ma viene ridotta, corrisponde al 60% dell'importo totale se il beneficiario è il coniuge, al 70% se si tratta di un figlio, sale all'80% se viene corrisposta a coniuge e figlio e, infine, può arrivare al 100% se i soggetti interessati all'erogazione sono tre, quindi, ad esempio, moglie e due figli.

Riduzione della somma in caso di matrimonio dopo i 70 anni di età e senza figli

Un precisazione va fatta nel caso della pensione erogata al coniuge. Dal 2012, infatti, se il defunto si è sposato dopo i 70 anni d'età, se la differenza d'età tra i coniugi supera i 20 anni e se il soggetto morto era sposato da meno di 10 anni, qualora non siano presenti figli, la somma erogata subisce una riduzione dell'aliquota percentuale.

Pensione ridotta tra il 25 e il 50% se il reddito del beneficiario è superiore a 19.000 Euro

Infine resta da sottolineare che per il 2014, se il reddito del soggetto beneficiario della pensione è di poco superiore a 19.000 Euro, la pensione verrà ridotta di una somma tra il 25% e 50% del suo importo, percentuale altissima per coloro che hanno solo la pensione del caro estinto come unica fonte di sostentamento.