Nuovo colpo di scena nel dibattito sui lavoratori disagiati rimasti bloccati con la legge Fornero del 2011; tra un'ampia platea dei lavoratori che hanno subito l'innalzamento dei requisiti richiesti per il pensionamento, resta emblematica la situazione dei Quota 96 nella scuola. Ciò che rende il problema verificatosi degno di un libro di Franz Kafka è che insegnanti e lavoratori ATA si sono trovati improvvisamente bloccati tra i banchi di scuola, nonostante il formale adempimento dei requisiti richiesti: 35 anni di contribuzione e 61 anni di età, oppure 36 anni di contribuzione e 60 anni di età.

La situazione sembrava potersi sbloccare grazie ad un'apposita sanatoria prima inserita e poi successivamente eliminata dalla Riforma PA di quest'estate, dopodiché il Governo ha scelto la linea del silenzio.

Pietro Ichino: stop con le tutele per gli esodati, misure strutturali per integrarli sul lavoro

Stante la situazione, farà sicuramente discutere la proposta di Pietro Ichino sul blocco delle tutele di salvaguardia per i lavoratori esodati e per quelli rimasti in situazione di disagio a causa della precedente riforma delle Pensioni. Prendendo spunto dalle stesse parole del giurista, sarebbe necessario "voltar pagina rispetto a una prassi che ha visto troppo diffusamente utilizzato il sistema pensionistico come strumento di politica del lavoro, per risolvere problemi di disoccupazione con l'espulsione precoce dei lavoratori interessati dal mercato del lavoro; è necessario, per altro verso, evitare che l'attesa di provvedimenti ulteriori di salvaguardia induca una parte dei potenziali interessati ad astenersi da possibili opportunità di occupazione; è invece tempo di incominciare a operare in modo efficace e incisivo per l'aumento del tasso di occupazione della popolazione italiana in età superiore ai 50 anni".

Parole che farebbero propendere per l'astensione da ulteriori interventi utili a garantire l'uscita dal lavoro prima dei termini previsti con i criteri attuali.

Soluzione paradossale per chi ha già maturato il diritto al pensionamento. I lavoratori Quota 96 non ci stanno e scendono in piazza

Peccato che nel caso dei lavoratori Quota 96 non si possa parlare di persone che devono potersi reinserire nell'ambito lavorativo, ma di individui per i quali il diritto al pensionamento risultava già maturato nel 2011 ed è stato disatteso in modo retroattivo a causa di una svista nella legge Fornero.

È chiaro che la soluzione proposta da Ichino mal si adatterebbe al problema specifico degli esodati della scuola, perché per loro non avrebbe senso parlare di misure legate all'active ageing e al reinserimento dei lavoratori di età avanzata nel mondo produttivo. Fermo restando i potenziali riverberi sulla situazione già molto grave della disoccupazione giovanile e del precariato per quei pochi fortunati che riescono a trovare lavoro in giovane età.

Anche per questi motivi già ben conosciuti e discussi da mesi all'interno dei comitati formati da professori e lavoratori ATA, i Quota 96 hanno deciso di scendere nuovamente in piazza per far sentire la propria voce. L'appuntamento è per il prossimo 30 settembre davanti al Miur, dove si terrà un presidio di protesta. Seguirà poi l'adesione dei Q96 alla protesta dei Cobas scuola prevista per il 10 ottobre 2014. E voi cosa pensate della nuova proposta sul tema dei lavoratori disagiati? Fateci sapere la vostra opinione con un commento all'articolo.