Pensioni e lavoro sono al centro degli argomenti discussi al meeting di Rimini. dove il ministro Poletti non si è sottratto alle domande scomode, in particolare sulle pensioni. Tutto il periodo estivo è stato un susseguirsi di dichiarazioni e smentite per quel che riguarda le azioni opportune, che il nostro paese deve intraprendere dopo gli inaspettati e sfortunati dati economici, che mettono in salita la ripresa auspicata dal piano del governo Renzi. E' proprio in questo scenario che fa prospettare una manovra correttiva per mantenere in ordine i conti ed a tornare in prima linea sono sempre le pensioni, causando il polverone di fine stagione a cui Poletti ha dovuto rispondere.

Ricordiamo che nei fatti il governo ha chiuso definitivamente le porte agli sfortunati Quota 96 proprio in agosto dopo un lungo tira e molla che dura oramai da diversi anni: alla luce dei dati economici registrati, non si sono più ritrovate le coperture per circa 400 milioni necessari questo anno per i quota 96. Per cui è evidente che il primo colpo alle pensioni il governo lo ha dato.

Poletti al meeting di Rimini: "un modo per mantenere crescita ed equità"

Quanto il ministro ha potuto ribadire al tavolo dei cattolici è semplice: non ci sono dissapori con il premier, non c'è un progetto sulle pensioni, e proprio per questo motivo bisogna trovare un modo per avviare un percorso che vada nei due sensi, equità e crescita.

Il problema principale che il nostro paese è un malato che non reagisce alle cure, e ciò implica che bisogna aumentare la terapia. Il ministro Poletti non evade la domanda è semplicemente chiaro a tutti che non sanno che cosa fare, in questo momento.

L'Italia che non riparte il flop degli 80 euro

Buona parte della strategia economica dell governo Renzi, si basava sulla ripresa dei consumi con le dovute iniezioni di credito alle famiglie.

Il provvedimento noto come gli 80 euro, cioè la riduzione delle trattenute Irpef per i lavoratori, non ha avuto gli effetti sperati, anzi si è arrivati alla paradossale deflazione nel mese di agosto, evento mai verificatosi dal settembre del 1959. Gli italiani sono sempre stati le formichine d'Europa e la fiducia nel giovane governo non ha tolto il vizio storico ( vizio per gli economisti), di risparmiare il più possibile in periodi meno fortunati. Insomma il flop degli 80 euro potrebbe davvero costare caro al sistema previdenziale già messo alla prova da più parti.