Resta alta la tensione tra sindacati e Governo dopo la manifestazione nazionale tenutasi nella giornata di ieri a Roma; ma una spaccatura è presente anche interna allo stesso Partito Democratico, visto che una parte (minore) del PD si sarebbe posizionata sulle stessi idee di Susanna Camusso e della CGIL. Tra i temi più caldi più caldi vi è la riforma del lavoro (detta anche Jobs Act), che prevede l'abolizione dell'articolo 18 e un profondo cambiamento nello statuto dei lavoratori, mentre tutto continua a tacere sulle possibili soluzioni di pensionamento anticipato da offrire ai lavoratori precoci, usuranti, quota 96 della scuola e più in generale a tutti i disoccupati rimasti senza lavoro in età avanzata.
Nel frattempo, il Premier Matteo Renzi prosegue dritto per la propria strada; dopo aver approvato la legge di stabilità 2015 senza intervenire sulla situazione dei lavoratori disagiati, ieri ha presenziato la Leopolda a Firenze, una convention alla quale hanno partecipato politici, professionisti e imprenditori tra i suoi sostenitori più fedeli.
Premier Renzi: "ascoltiamo la piazza, ma noi andremo avanti". Camusso: "se qualcuno pensa che potrà continuare a ignorarci, si sbaglia"
Lapidarie le parole del Premier Renzi, che risponde dal TG3 alla manifestazione di piazza organizzata dalla CGIL contro la sua idea di riforma del lavoro e le sue posizioni sul sistema previdenziale: "quando ci sono manifestazioni come queste, non c'è da dire nulla, ma ascolta una piazza bella, importante.
Ci confronteremo, ma poi andremo avanti, non è pensabile che una piazza blocchi il Paese". Sullo sciopero è intervenuto anche il finanziere Davide Serra, invitato alle discussioni della Leopolda, spiegando che non è solo un diritto: "cerchiamo di capire che è un costo", spiegando che andrebbero messi dei limiti ai diritti dei lavoratori di scioperare.
Nel frattempo, anche le affermazioni di Susanna Camusso, leader della Cgil, non sono state benevoli nei confronti dell'esecutivo: "se qualcuno pensa che quando questa giornata sarà finita potrà continuare, si sbaglia. Noi ci saremo, ci saremo con le nostre proposte per il lavoro, con le nostre iniziative e con lo sciopero generale".
Ministro Poletti: equilibrio tra lavoratori e pensionati rotto dalle scelte del passato. Ora bisogna ricostruire.
Il Ministro Giuliano Poletti risponde invece da Salerno, durante un convegno CEI, puntando il dito in modo indiretto sui sindacati, guardando alle decisioni prese in passato: "dove eravamo quando abbiamo deciso che si poteva andare in pensione dopo 16 anni? Perché adesso ci pesa moltissimo dover fare un ragionamento sulle Pensioni". L'idea del Ministro del Lavoro è che oggi si sia rotto l'equilibrio tra lavoratori pubblici e privati, ed anche tra lavoratori e pensionati, a causa di alcune decisioni populiste prese nei decenni passati. Resta il fatto che nonostante una riforma lacrime e sangue approvata nel 2011 con la legge Fornero, l'Inps abbia chiuso gli ultimi bilanci in rosso e tutt'ora non riesce a reperire i fondi necessari per poter rimediare almeno alle situazioni di disagio più accentuate dei lavoratori precoci, usuranti o disagiati, mentre le ultime speranze sembrerebbero concentrate in provvedimenti a costo zero come le mini - pensioni.
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