I precari della Scuola sono in attesa da qualche mese, dal 27 marzo scorso per l'esattezza, che sia emessa la sentenza per deliberare sulla agognata immissione in ruolo. La prima udienza svoltasi in Lussemburgo aveva già dato l'indirizzo di fondo, indicando chiaramente che chi aveva 36 mesi di servizio prestati nella scuola pubblica con ripetuti contratti a termine, dovesse obbligatoriamente essere stabilizzato. Giunge ora la notizia della fissazione della data dell'udienza che darà la sentenza definitiva in merito: la Corte di Giustizia Europea ha fissato l'appuntamento per le ore 9.30 del 26 novembre 2014.

Questo è quanto si trova sul sito della Flc-Cgil comparto scuola che ha avviato già diverse vertenze, alle quali si aggiungono quelle promosse da Anief.

Le aspettative

Come anticipato sopra, il parere dell'Avvocato Generale della Corte Europea di Giustizia aveva rinvigorito le attese delle centinaia di migliaia di precari della scuola che ogni anno, col fiato sospeso per ottenere l'assegnazione di un incarico temporaneo, si battono per conquistare la legittimità di una stabilizzazione che a questo punto gioverebbe anche agli studenti. Per la continuità didattica tanto conclamata questa sarebbe certamente una grande medicina. Va anche ricordato che a carico dello Stato Italiano è stata aperta una procedura di infrazione per aver violato le norme di coesione europea e aver manifestato mancanza di coesione con le normative comunitarie, tali per cui è possibile che venga comminata una pesante ammenda di 4 miliardi.

L'aspettativa è sicuramente enorme mentre, a ridosso della scadenza, altri insegnanti si sono accodati ai ricorsi promossi dall'Anief in vista dell'appuntamento europeo.

Il redde rationem

Lo Stato Italiano si era mostrato attendista in questo senso, con la volontà di attendere la sentenza europea. L'iniziativa della Buona Scuola intrapresa dal governo Renzi andava nella direzione del recepimento delle normative europee, stimando una immissione in ruolo per circa 150.000 docenti per i quali si stima lo stanziamento di circa 3 miliardi per i relativi stipendi.

Ma questo potrebbe non bastare in quanto gli stessi docenti precari, che in questi giorni sono in procinto di varare il loro progetto alternativo "La Vera Scuola", lamentano le lacune di un progetto che lascerebbe al palo tantissimi insegnanti, cosa che vanificherebbe lo sforzo governativo con conseguente sanzione europea per l'incompleta ottemperanza agli obblighi imposti da Bruxelles. Per questi motivi la data del 26 novembre assume i contorni del redde rationem.