Continua a tenere banco il caso connesso a riforma pensioni 2014 e Legge di Stabilità: stando a quanto dichiarato nel corso degli ultimi mesi, l’una avrebbe dovuto ricomprendere l’altra, e invece nulla è stato fatto - eccezion fatta per l’incremento della tassazione sui fondi di previdenza integrativi e per lo slittamento dell’assegno previdenziale al 10 del mese per chi matura il doppio assegno Inps-Inpdap - con la conseguenza che tutte le vertenze aperte sono rimaste irrisolte. Su tutti vorremmo occuparci dei casi esodati e precoci, in merito ai quali le ultime notizie non sono di certo confortanti.
L’atteggiamento di non curanza tenuto da Renzi e Poletti nei riguardi delle due questioni rischia di costare caro, anzi carissimo, dato che un intervento strutturale avrebbe potuto far venire meno la necessità di prevedere ulteriori salvaguardie in futuro. I precoci speravano nelle nuove forme di pensione anticipata annunciate da Poletti o in nuovi strumenti previdenziali, mentre gli esodati riponevano ogni aspettativa nel ponte o scivolo pensionistico richiamato a più riprese dallo stesso ministro Poletti. E invece nulla. L’unica possibilità concreta (che poi designa un ritorno al passato) rimane la Mini-Pensione annunciata da Treu (Commissario dell’INPS), ma a rendere ancora più inverosimile l’intera vicenda connessa a riforma Pensioni 2014 e Legge di Stabilità è il fatto che il governo Renzi abbia disatteso dei precisi impegni sottoscritti in prima persona all’interno del Documento di Economia e Finanza (DEF) approvato lo scorso aprile.
Il novero delle promesse infrante diventa ormai incalcolabile.