Si alimentano le polemiche, ma resta tutto fermo sulla delicata questione dei lavoratori disagiati e sulla rigidità considerata eccessiva dell'attuale sistema pensionistico. Il nodo del contendere sono da un lato i risparmi ottenuti tramite la riforma Fornero del 2011, dall'altro i desiderata dei lavoratori, che necessitano di ottenere l'agognata quiescenza dal proprio impiego. Nel mezzo vi sono le tante discussioni che si stanno alimentando ormai da mesi, tra le parti sociali e il Governo Renzi, sebbene alla fine resti semplicemente confermato l'attuale impianto normativo per carenza di risorse.

Lo ha sottolineato lo stesso Ministro dell'economia Pier Carlo Padoan, come abbiamo riportato in un recente articolo riguardante il nodo della previdenza: "il debito italiano è sostenibile [...] grazie all'introduzione di profonde riforme pensionistiche negli ultimi anni". È chiaro il richiamo alla legge n. 114 del 2011, mentre ancor più chiaro appare il motivo per cui non può esserci una sanatoria generalizzata per i tanti lavoratori che si sono trovati improvvisamente in difficoltà, in seguito all'irrigidimento dei parametri di accesso all'Inps.

Si accende dialettica tra Governo e sindacati. Parti sociali chiedono intervento su pensione anticipata

D'altra parte, è la stessa Inps che negli ultimi mesi ha cominciato a fare pressioni sull'esecutivo attualmente in carica per una soluzione previdenziale definitiva ai tanti casi rimasti in sospeso negli ultimi tre anni.

Stiamo parlando dei lavoratori esodati, che secondo i comitati territoriali sarebbero stati salvaguardati solo in parte. Ma anche dei precoci, di chi ha svolto lavori usuranti, degli esodati della scuola Quota 96 e più in generale di tutti coloro che sono rimasti senza occupazione in un'età troppo giovane per poter accedere al pensionamento e troppo avanzata per poter reintegrarsi nell'attuale sistema produttivo.

Un rebus che per stessa ammissione del neo commissario Inps Tiziano Treu non può trovare una soluzione senza la scelta politica di flessibilizzare l'accesso al pensionamento, pur facendone pagare una parte del prezzo ancora una volta ai lavoratori. Non è un caso se alle richieste dell'Inps si sono aggiunti anche i sindacati, che vedono nell'istituzione della pensione anticipata non solo una soluzione per i lavoratori disagiati, ma anche una possibile strategia per cercare di alleggerire il peso della disoccupazione giovanile, grazie allo sblocco del ricambio generazionale.

Lavoratori chiedono flessibilità per accedere all'Inps: conti vanno bene, ma restano le difficoltà dei lavoratori

Basta leggere i commenti che i lettori rilasciano in calce ai nostri articoli sulla riforma delle pensioni per rendersi conto che dal basso si confermano le richieste per un'apertura alla flessibilità del sistema pensionistico, se non attraverso un nuovo abbassamento dei parametri anagrafici, perlomeno tramite qualche forma di pensionamento anticipato. Il focus non può essere solo sui conti, perché la pensione è il frutto dei sacrifici dei lavoratori. Commenta F.P.A.: "non c'è nulla da discutere, solo da ripristinare un diritto negato". G.B.. sottolinea invece che "i conti vanno bene sulla schiena dei lavoratori".

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