Sul Jobs Act e i primi due decreti attuativi della legge delega sul lavoro varati dal consiglio dei ministri guidato dal premier Matteo Renzi alla vigilia di Natale "i punti fondamentali sono definiti". Lo ha ribadito in un'intervista pubblicata oggi (domenica 28 dicembre) sul quotidiano La Repubblica il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti.

Riforma lavoro e pensioni 2015, Ncd e minoranza Pd chiedono modifiche al Jobs act

A chiedere modifiche ai primi due decreti attuativi del Jobs act sono il Nuovo centrodestra di Angelino Alfano e la minoranza del Pd rappresentata a vario titolo da Pierluigi Bersani, Gianni Cuperlo, Pippo Civati.

Della minoranza Pd fa parte anche il presidente della commissione Lavoro della Camera dei Deputati, Cesare Damiano, che ha ribadito la necessità di qualche ritocco al Jobs act rilanciando anche le proposte per la riforma Pensioni 2015 con più flessibilità in uscita per la pensione anticipata; come del resto chiede anche l'Inps che sta inaugurando un nuovo corso per la "rottamazione" della legge Fornero con il nuovo presidente Tito Boeri.

Jobs act, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti: nessuna trattativa, proprio no

Ma il ministro del Lavoro, malgrado le sollecitazioni di compagni di partito e alleati di governo, esclude modifiche al Job act e chiude le porte alle proposto della minoranza del Pd e di Ncd.

Non ci sarà nessuna trattativa, fa sapere l'esponente del Governo Renzi. "Trattative proprio no. Le Commissioni - ha detto il ministro Poletti - esprimeranno un parere e il governo lo valuterà. Direi che la sostanza del decreto e' quella e quella rimarrà, ciò non toglie - ha però aggiunto - che esamineremo con molta attenzione le osservazioni che dovessero pervenire e decideremo collegialmente".

Il ministro del Lavoro ha confermato che le nuove norme del Jobs act non verranno applicate ai lavoratori statali: "Abbiamo sempre fatto esclusivo riferimento - ha spiegato - al lavoro nel settore privato".

Riforma lavoro, Pa e pensioni, Madia: le regole del Jobs act valgono solo per i privati

La stessa cosa ha spiegato il ministro della Pubblica amministrazione e Semplificazione Marianna Madia (Pd).

"Secondo noi - ha detto il ministro sul Jobs act in un'intervista al quotidiano La Stampa - la norma, tutta impostata sul lavoro privato, è scritta in modo per cui è pacifico che le nuove regole non si applichino ai dipendenti pubblici". "Dopodiché - ha aggiunto l'esponente del Governo Renzi escludendo così l'estensione delle nuove regole agli statali - se tecnicamente dovessimo appurare che è meglio specificare, potremmo anche farlo. Il punto è - ha sottolineato Marianna Madia - che la volontà politica del governo è quella di non includere nelle nuove regole i lavoratori pubblici". E' tuttavia tecnicamente possibile, come ha già spiegato ieri il ministro Poletti, modificare i decreti attuativi del Jobs act in parlamento nel contesto della riforma Pa e pensioni del ministro Madia che prevede, tra l'altro, il prepensionamento per i lavoratori statali che al momento viene negato ai lavoratori pubblici.

Riforma lavoro, Rotondi (Fi): il Jobs act fa acqua da tutte le parti, così non va

"Il Jobs act fa acqua da tutte le parti", dichiara invece in una nota stampa il parlamentare di Forza Italia Gianfranco Rotondi. "Tiene conto - ha detto riferendosi alla riforma del lavoro del Governo Renzi - solo di una parte del problema lavoro, ma lascia senza soluzione - ha sottolineato Rotondi - vari aspetti per un rilancio effettivo e concreto dell'occupazione. Così proprio non va".