Restano accesi i riflettori sul tema della previdenza, visto che nel corso delle ultime settimane sono stati davvero tanti gli scossoni che hanno riguardato il settore, anche se non sono ancora arrivati quei cambiamenti "strutturali" che in molti stanno aspettando da lungo tempo. Con l'approvazione della legge di stabilità è arrivato il positivo via libera al pensionamento senza penalizzazioni del lavoratori precoci con i requisiti da qui al 2017. Una misura che potrebbe agevolare indirettamente anche coloro che hanno aderito alle salvaguardie dedicate ai lavoratori esodati, visto che in molti avrebbero preferito quest'ultima misura all'anticipata con penalizzazioni.

Ora che tali vincoli non vi sono più, una parte degli esodati potrebbe confluire nella nuova pensione anticipata dedicata ai precoci, liberando di fatto dei altri posti per gli esodati che erano rimasti esclusi a causa del posizionamento troppo basso in graduatoria.

Lavoratori precoci, le regole per ottenere la pensione anticipata e i dubbi sull'adeguamento alle aspettative di vita

Secondo le novità previste all'interno della legge di stabilità, i lavoratori precoci che matureranno i 42 anni e mezzo di contribuzione (un anno in meno per le donne) entro il 31 dicembre 2017 potranno ottenere l'agognato accesso all'Inps senza dover subire delle penalizzazioni anagrafiche o economiche sulla mensilità erogata.

Resta però il dubbio delle posizioni che resteranno necessariamente in bilico a causa dell'adeguamento dei requisiti alle aspettative di vita, visto che nel 2016 saranno necessari quattro mesi in più per ottenere al quiescenza. Per alcune persone questo nuovo innalzamento dei vincoli potrebbe agire ancora una volta da nuova tagliola previdenziale, a meno di proroghe che al momento non sono ipotizzabili.

Pensioni con opzione donna, ancora tutto fermo. L'Inps continua a protocollare le domande, in attesa di certezze dal Governo

Resta ancora bloccata la vicenda delle lavoratrici con opzione donna, che matureranno i requisiti di pensionamento dopo la fine dell'anno in corso. Secondo quanto indicato inizialmente dall'Inps i termini nel 2015 sarebbero risultati scaduti, ma in seguito alle proteste delle lavoratrici l'istituto di previdenza ha deciso di continuare a protocollare le richieste, in attesa di sapere come agire dal Governo Renzi.

In gioco vi sarebbe anche una class action promossa dai diversi comitati territoriali a favore dell'opzione donna. Per un esito definitivo sulla vicenda si dovranno comunque attendere i calcoli dei tecnici, mentre vi è da registrare che il recente cambio ai vertici dell'Inps (con la nomina di Boeri alla Presidenza) conferma comunque un nuovo indirizzo della politica verso la flessibilizzazione dell'uscita dal lavoro, considerata al momento come eccessivamente rigida rispetto alle necessità dei cittadini.

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