Con la legge di stabilità 2015 il Governo Renzi è tornato a occuparsi anche di previdenza e ha messo ordine su alcuni punti importanti relativi alle Pensioni anticipate per uomini e donne, anche se (come potremo leggere in seguito) non tutti i nodi in fatto di previdenza pubblica sono stati definitivamente risolti. Uno dei punti più attesi era la sanatoria destinata ai lavoratori precoci, ovvero persone che hanno accumulato sulle proprie spalle oltre quattro decenni di versamenti e che nonostante ciò non riuscivano ad ottenere la quiescenza a causa dei blocchi imposti con la legge Fornero del 2011.

Vediamo come cambia la loro situazione con le ultime modifiche parlamentari.

Lavoratori precoci e pensione anticipata: vengono a decadere i vincoli del 2011

Finalmente sono stati accolti i desiderata dei lavoratori precoci, che si vedranno garantito l'accesso all'Inps senza lo sbarramento precedente dei 62 anni e senza ulteriori penalizzazioni di tipo reddituale sull'importo della pensione versata dall'istituto di previdenza pubblico. Restano invece le due soglie legate agli anni di contribuzione, che corrispondono a:

  • 42 anni e 6 mesi per gli uomini;
  • 41 anni e 6 mesi per le donne.

Prima di festeggiare, bisogna però fare attenzione a due incognite che potrebbero bloccare una parte della platea che avrebbe maturato il diritto al prepensionamento.

Si tratta in primo luogo del limite temporale utile per la maturazione dei requisiti, visto che la norma resta valida sino al termine del 2017. In secondo luogo, a partire dal 2016 scatterà un innalzamento automatico di 4 mesi per i contributi necessari al pensionamento, come misura di adeguamento all'aumento dell'aspettativa di vita.

Ogni lavoratore precoce si troverà pertanto in questi giorni a fare i propri conti, in modo da verifica se la situazione permetta effettivamente l'uscita anticipata dall'impiego senza penalizzazioni.

Pensioni anticipate con opzione donna, Inps attende risposta dal Governo

Sull'opzione donna resta ancora irrisolto il dubbio dell'Inps, che fino a poche settimane fa aveva dato per certa la chiusura dell'iniziativa.

Dopo le numerose proteste da parte delle lavoratrici e pensionande, si è deciso di adottare una linea attendista, in attesa di sapere dal Governo Renzi cosa fare e protocollando le domande presentate lasciandole prontamente in stand by. Purtroppo, in questo caso, chi si aspettava una risposta durante discussione della legge di stabilità è rimasto deluso. Resta comunque l'impegno di una parte del Partito Democratico per trovare una soluzione entro i primi mesi del 2015, così come anticipato anche dal Presidente della Commissione lavoro alla Camera Cesare Damiano.

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