Cosa bolle nel pentolone della Riforma Pensioni? Si attendono notizie dal governo Renzi che ha promesso più volte novità positive per le tante persone che sono da mesi col fiato sospeso: esodati, donne, lavoratori con 42 anni e sei mesi di contributi e pensionati in attesa di una rivalutazione nel 2015 del proprio assegno. Cosa si evince dalle news di oggi? Una cosa, in linea di principio, si può dire: una parte della Riforma Fornero è stata messa in soffitta. L'approvazione alla Camera dei deputati dell'emendamento Gnecchi - Damiano ha eliminato le penalizzazioni per chi opta per il prepensionamento prima dei 62 anni che la manovra aveva previsto come età minima.

Resta in piedi l'Opzione Donna per il prossimo anno e si attendono risvolti sulle rivalutazioni di alcuni contributi pensionistici.

Rivalutazione della Pensione 2015, ultime novità Riforma Pensioni: si ad aumento, ma di poco

Rimarranno sicuramente delusi coloro i quali percepiscono fino a 1502,64 euro lordi: la speranza di una rivalutazione consistente dell'assegno purtroppo è stata disattesa. Il valore provvisorio indicato dal Ministero dell'Economia vede un aumento dello 0,3% per il prossimo anno. Tradotto in soldoni: una pensione minima che nel 2014 ammonta a 500,88 euro da gennaio salirà a 502,38 euro. Ciò è determinato soprattutto dall'inflazione che ha raggiunto quest'anno i minimi storici, impedendo di conseguenza l'indicizzazione ancorata ai prezzi dei beni al consumo inseriti nel paniere Istat.

Riforma Pensioni, ultime notizie oggi: novità Opzione Donna e prepensionamento Legge Fornero

Come annunciato dall'INPS, l'Opzione Donna sarà esercitabile anche per il prossimo anno: ciò continuerà a consentire alle lavoratrici di andare in pensione a 57 anni e tre mesi ma le perplessità si concentrano sul calcolo dell'assegno che avverrà esclusivamente con metodo contributivo.

La Riforma Fornero, infine, è stata modificata nell'aspetto delle penalizzazioni per coloro che fanno domanda con 42 anni e 6 mesi di contributi: da gennaio costoro potranno lasciare senza decurtazioni.

Esodati, il "caso" delle Poste Italiane: cosa farà il governo Renzi?

E'' il "danno" più grande della manovra previdenziale del governo Monti: sebbene tanti sono stati in qualche modo sistemato, restano ancora casi eclatanti come gli esodati delle Poste.

Pochi mesi prima dell'inizio del loro incubo avevano accettato di lasciare il lavoro in anticipo dopo 30 anni di attività, di contro l'azienda avrebbe assunto con contratto part-time un figlio. Ad oggi gran parte di questi lavoratori è ancora senza quattrini mentre i figli continuano a lavorare a tempo parziale: una delle tante storie italiane da dimenticare.