Tito Boeri è fresco di nomina al vertice dell'Inps, istituto previdenziale che dovrà essere oggetto di profonde revisioni per riportarlo a condizioni accettabili di economicità e solvibilità. Se guardiamo a quanto scriveva lo stesso tre mesi fa sul suo sito lavoce.info possiamo notare quanto fosse critico allora verso la legge di stabilità appena approvata dal Governo Renzi. La giudicava iniqua, costosa, negando che fosse a costo zero. Tito Boeri bocciava senza mezzi termini la legge di stabilità denunciando come con questa manovra si otterrà un aggravio di spesa sui conti pubblici di 1 miliardo e mezzo circa.

Una manovra inutile

Così si esprimeva in merito alla manovra che mira solo ad una piccola riduzione delle aliquote fiscali, peraltro ammorbidite dalla riduzione del tetto alle detrazioni. Il risultato netto non potrà essere zero come reclamizzato da Renzi dato che finiscono sempre per coincidere le famiglie beneficiarie della cancellazione dei cosiddetti tax breaks. Nella sua filippica contro la legge di stabilità, analizzando i dettagli delle entrate e delle uscite come nella tabella da lui riportata, puntava il dito contro quello che sarà un maggior costo per le casse statali pari a 1 miliardo e 412 milioni di euro.

Critica al Jobs Act

Pur essendo egli stesso l'ideatore del contratto a tutele crescenti, critica l'azione di Renzi volta a non partire da subito ad applicarlo ai precari.

Non si capisce perché concedere un anno di prova che rischia in questo modo di aumentare ancora di più il precariato in quanto le aziende sfrutteranno in pieno questa opportunità anziché avvantaggiarsi del regime fiscale più favorevole all'applicazione del contratto a tempo indeterminato con le tutele crescenti. La sua idea storpiata e scopiazzata non lo soddisfa e lo dice apertamente.

Occorreva più coraggio e cominciare immediatamente per abbassare la disoccupazione giovanile che nel corso degli ultimi 5 anni è raddoppiata dal 21% al 44%.

Taglio Pensioni d'oro

A lui probabilmente si è ispirato il premier quando il parlamento ha approvato il tetto alle pensioni d'oro impedendo il cumulo retributivo e limitandone l'importo all'ultimo assegno percepito, anzi.

Lo stesso boeri auspica che si possa applicare un contributo di solidarietà recuperando quanto avanza dalle stesse pensioni per redistribuirlo opportunamente. Si pensi agli esodati ancora rimasti fuori che per Treu non esistono. Ma dal 2015 la palla passerà al neo presidente dell'Inps laddove le sue idee per una maggiore flessibilità del sistema pensionistico potrebbero conferire una svolta doverosa ad una vicenda che egli stesso ebbe modo di definire vergognosa, in riferimento alla legge Fornero. Sarà all'altezza della fama internazionale di grande economista?