Colpo di scena in Parlamento sul nuovo capitolo della previdenza aperto dall'attuale esecutivo e più in particolare sul cambio di guardia che si è verificato all'Inps a cavallo tra la fine del 2014 e l'inizio del 2015. Le scelte del Governo Renzi all'esame della Camera riguardano la nomina dell'economista Tito Boeri alla Presidenza dell'istituto di pubblica previdenza. L'idea di candidare un professore di rilievo dell'università Bocconi sta incontrando una certa resistenza alla Camera dei Deputati, dove è richiesto un giudizio definitivo (che non risulterà comunque vincolante per l'esecutivo) entro il prossimo 3 febbraio 2015.

Nella documentazione parlamentare redatta fino ad ora dalla Commissione, si può leggere un commento sicuramente positivo sulla figura di Boeri dal punto di vista della sua professionalità accademica e del suo background culturale, ma allo stesso tempo si rileva come risulti lacunosa una "specifica capacità manageriale e una qualificata esperienza nell'esercizio di funzioni al settore operativo". 

Vicepresidente della Commissione Lavoro propone audizione chiarificatrice di Boeri alla Camera

Il problema al riguardo della mancanza di requisiti sarebbe relativo al D.l. 479/1994, all'interno del quale sarebbero riportati i requisiti di legge necessari per poter accedere alla Presidenza dell'Inps.

La richiesta di chiarimento sarebbe pertanto partita dal Presidente della Commissione Cesare Damiano (del Partito Democratico) e rilanciata dal vice presidente Renata Polverini (appartenente a Forza Italia). Sulla nomina di Boeri peserebbe poi una certa resistenza da parte della politica, sia per le modalità con cui è stata presa la decisione, sia per l'aspettativa di una persona diversa, ovvero sulla conferma dell'ex Commissario straordinario Tiziano Treu.

Resta il fatto che la scelta del Governo è stata sicuramente caratterizzata dall'idea di dare un segnale di discontinuità rispetto al passato, una decisione che potrebbe essere propedeutica ad una pratica di flessibilizzazione dell'accesso all'Inps attesa ormai da tre anni da lavoratori disagiati e disoccupati in età avanzata.

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