Potrebbero presto giungere importanti novità per quanto concerne il caso pensioni lavoratori precoci: come avevamo già accennato nel corso di precedenti contributi, il responso della Consulta in merito al referendum pro abolizione della riforma Fornero ha contribuito ad edificare uno spartiacque creando un prima e un dopo. Il no della Corte Costituzionale sembra infatti aver responsabilizzato il governo Renzi che adesso ha in mano una grande opportunità, quella di poter agire nei modi e nei termini ritenuti più idonei su una Legge, la riforma Fornero, che ha già abbondantemente dimostrato di non funzionare.

Se da quando è stata ratificata i vari governi sono stati costretti ad autorizzare stanziamenti per oltre 12milardi di euro con l'intento di salvaguardare le categorie lavorative colpite un motivo ci sarà, e poco importa se qualcuno (come la stessa Fornero) continua a ritenere questa Legge come una sorta di manna dal cielo per le nostre finanze pubbliche. Se fare politica vuol dire tendere al bene comune anche i costi sociali vanno presi in debita considerazione: sembra finalmente averne preso atto anche il ministro Poletti, che riferendosi a previdenza e prepensionamento ha parlato di interventi necessari e immediati strutturati con l'intento di non far dilagare il 'problema sociale' che già adesso attanaglia il nostro tessuto lavorativo.

Assumendo un raggio prospettico interamente focalizzato sul caso Pensioni lavoratori precoci, le parole del ministro Poletti potrebbero risultare dense di significato: da sempre il responsabile del Welfare parla di nuove forme di prepensionamento e della necessità di flessibilizzare l'uscita dall'impiego, tutte misure che se ratificate potrebbero risultare utili proprio in ottica pensioni lavoratori precoci.

Staremo a vedere.

Pensioni lavoratori precoci e prepensionamento, requisiti 2015 e piano Poletti: le novità - Decisivo il meeting Renzi-Merkel

Non è ancora chiaro verso che direzione voglia procedere il ministro Poletti, che nella giornata di ieri si è limitato a fare riferimento al solo prestito INPS, ipotesi che aveva già paventato in passato senza però entrare mai nei dettagli: l'idea sarebbe comunque di quella di concedere un prestito ai lavoratori che accettino di abbandonare in anticipo l'impiego. 'La controprestazione' per l'ok all'uscita dal lavoro - che in linea teorica dovrebbe consentire l'ingresso di nuove risorse e dunque re-innescare il ricambio generazionale - consisterebbe nell'erogazione di un prestito pagato dall'INPS che andrebbe poi restituito sotto forma di trattenute dirette sugli assegni pensionistici, ipotesi questa che francamente non piace a nessuno dei diretti interessati. Il progetto di Poletti è chiaro, flessibilizzare l'uscita dal lavoro rendendo i meccanismi di funzionamento meno rigidi, ma certo non può essere costruito sulla pelle dei lavoratori.



Ad essere modificato ad ogni modo sarà l'istituto del prepensionamento - i requisiti di accesso previsti per il 2015 paiono infatti troppo stringenti e poco elastici -, con dirigenti e forze politiche che vorrebbero in particolare anticipare le uscite dal lavoro a fronte di assegni previdenziali comunque più ridotti: prevedere laddove possibile un'uscita anticipata potrebbe certo rivelarsi utile per quel che concerne il caso pensioni lavoratori precoci (da questo punto di vista la Legge Fornero si è rivelata quasi una mannaia dati gli stringenti requisiti imposti) ma tutto dipenderà dall'esito dell'incontro avvenuto ieri tra Matteo Renzi e Angela Merkel. Per lavorare alla riforma della previdenza il governo Renzi ha infatti bisogno del lasciapassare dell'UE, ecco che il si della cancelliera di ferro diventa imprescindibile. Se desiderate rimanere aggiornati sui prossimi sviluppi vi invitiamo a cliccare il tasto 'Segui' in alto a destra.