"La decisione della Consulta non elimina la responsabilità del Governo e del Parlamento", sono le parole di Maurizio Petriccioli, segretario confederale della Cisl, al riguardo della delicata questione previdenziale di cui si sta tanto discutendo in questi giorni. Il riferimento va ovviamente alla discussa decisione della Corte Costituzionale al riguardo dell'inammissibilità del referendum abrogativo sulla legge Fornero, per il quale la Lega Nord ha raccolto negli scorsi mesi oltre 500.000 firme. Le motivazioni del respingimento si conosceranno solo quando la Consulta depositerà la sentenza definitiva, ma nel frattempo i sindacati mettono le mani avanti e spronano i decisori politici ad attuare una riforma in grado di flessibilizzare l'uscita dal lavoro delle persone che vivono una situazione di disagio.

Sullo stesso punto è intervenuto anche Susanna Camusso della Cgil, che nella giornata di ieri ha proposto all'esecutivo di condividere la responsabilità della decisione con una piattaforma sindacale unificata, al fine di poter sbloccare finalmente la situazione.

Sindacati parlano di doppia penalizzazione, mentre dal Parlamento Cesare Damiano chiede l'introduzione di quota 100 

Dal punto di vista della Cgil, la situazione che si è venuta a creare in seguito all'implementazione della legge Fornero rappresenta una doppia penalizzazione, perché da un lato si è impedito a persone in età di pensionamento di accedere al necessario sostegno dell'Inps, mentre dall'altro lato questo meccanismo ha creato i presupposti per la crescita incontrollata della disoccupazione giovanile, visto che è venuto a mancare il necessario ricambio generazionale.

Stante la situazione, restano evidenti le pressioni sull'esecutivo per arrivare nel più breve tempo possibile ad una soluzione strutturale del problema, che deve necessariamente passare per la flessibilizzazione dell'accesso al pensionamento. Proprio a tal fine, Cesare Damiano (ex Ministro del Lavoro e Presidente della commissione lavoro alla Camera dei Deputati) ha nuovamente riportato l'attenzione sulla proposta di prepensionamento denominata come quota 100, un meccanismo di quiescenza anticipata molto apprezzato dai lavoratori e che potrebbe essere implementato senza sollecitare in modo eccessivo il bilancio pubblico.

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