Nel corso degli ultimi mesi si sono moltiplicati i fronti di disagio previdenziale su cui il Governo o il Parlamento è dovuto intervenire; un'azione di welfare lodevole è stata sicuramente portata avanti, con misure importanti e per molti aspetti in controtendenza (come vedremo nelle prossime righe), ma purtroppo non è ancora arrivata quella misura strutturale e generalizzata che i lavoratori richiedono ormai da tre anni per mettere finalmente la parola fine sulle numerose ingiustizie che si sono venute a creare con la riforma della previdenza avvenuta nel 2011.

Lavoratori precoci ed esodati: le ultime due misure di tutela del 2014 vanno a sanare le situazioni dei lavoratori più esposti

Con gli ultimi mesi dello scorso anno sono arrivate delle conferme importanti per i lavoratori esodati, che hanno visto approvare in parlamento la sesta salvaguardia parlamentare. Secondo l'Inps dovrebbe trattarsi dell'ultima misura per questa particolare categoria di lavoratori, mentre i comitati territoriali avrebbero stigmatizzato la presenza di diverse decine di migliaia di persone che risulterebbero tagliate fuori dalla tutela. Per questi soggetti sembra che sarà necessario attendere il famoso intervento strutturale di cui abbiamo appena parlato, anche perché l'Inps li definisce tecnicamente come dei disoccupati in età avanzata.

Anche per i precoci si prospetta una finestra utile di fuoriuscita dal lavoro: si garantirà infatti il pensionamento anticipato a tutti coloro che matureranno il diritto alla quiescenza entro il 2017, seppure con l'aggravio di ulteriori 4 mesi di versamenti a partire dal 1° gennaio 2016, per la normativa sull'adeguamento alle aspettative di vita.

Pensionamento anticipato con opzione donna e quota 96: resta ancora tutto fermo

Sembra invece destinata a proseguire nello stallo la situazione delle lavoratrici con opzione donna e dei quota 96 della scuola. Le prime sono ancora in attesa che si raggiunga un accordo tra Governo e Inps, dopo che i tecnici avrebbero dato un primo parere negativo sulla misura all'inizio dell'anno.

I lavoratori ATA e insegnanti quota 96 della scuola avrebbero invece visto "la soluzione" del loro caso all'interno del piano #labuonascuola, attraverso il reindirizzamento a mansioni meno onerose; ma resta evidente che l'unica soluzione considerata come accettabile dai dipendenti pubblici che operano nell'istruzione resta quella del pensionamento. Per entrambi potrebbe aprirsi una terza via, che è quella di una flessibilizzazione strutturale dell'accesso all'Inps, grazie alla quale potrebbero comunque ottenere in breve tempo l'accesso al pensionamento. Come sempre, restiamo a vostra disposizione nel caso vogliate condividere le vostre opinioni sulle vicende appena riportate tramite la funzione commenti del sito, mentre per restare aggiornati sulle novità nella previdenza vi ricordiamo di cliccare sul comodo pulsante "segui" presente in alto, sopra al titolo dell'articolo