Prosegue senza sosta il dibattito in tema di riforma Pensioni: la pensione anticipata, con tutte le proposte di modifica che la riguardano, continua ad essere al centro della lente d'ingrandimento. La quota 100, come è noto, è la soluzione più gradita che consentirebbe il pensionamento anticipato già a partire da 60 anni con 40 di contributi: su di essa, però, incombe la freddezza degli ambienti di Palazzo Chigi, finora raramente espressisi a favore. Si attendono, poi, novità in materia di prepensionamento delle donne, con il Comitato Opzione Donna molto attivo e pronto alla Class Action contro l'Inps.

Un ulteriore terremoto, infine, è arrivato con i dati INPS rielaborati da Il Corriere della Sera di cui abbiamo parlato ieri: se per i pensionandi la situazione non è delle migliori, infatti, per i giovani gli scenari sono inquietanti.

Pensione anticipata INPS a 60 anni: i dubbi sulla quota 100. Prepensionamento donne in bilico, pronta Class Action

Tutto quanto diciamo è basato su analisi e dichiarazioni: come è noto di provvedimenti non ce ne sono e non se ne vedranno fino all'attuazione del Jobs Act, come annunciato dal Ministro Poletti. La quota 100 è la proposta più accreditata per modificare la pensione anticipata e renderla più flessibile: come abbiamo evidenziato, però, i problemi paiono essere di natura economica.

Il governo Renzi, infatti, deve fare i conti con la realtà: le risorse, ammesso che non si avviino riforme di ampio respiro, non ci sono. La speranza, ovviamente, è che questa impressione sia sbagliata. Per quanto riguarda la proroga dell'Opzione Donna, abbiamo parlato nei giorni scorsi del Comitato pronto alla Class Action contro l'INPS per chiedere la rimozione delle circolari che, secondo le istanti, avrebbero di fatto ridotto i termini per maturare i requisiti.

Pensione anticipata in standby, pensioni minime da choc: dati allarmanti per i giovani

Con la riforma Dini del 1995 sono cambiate molte cose: tra queste le pensioni minime che non riceveranno più l'integrazione dello Stato. Oggi, per fare chiarezza, il minimo fissato è 502 euro: chi non arriva a questa somma riceve un'integrazione che per i giovani non ci sarà più.

Come abbiamo esposto nell'articolo dedicato al tema, quasi nessun lavoratore di età compresa tra 30 e 50 anni otterrà più del 60% della retribuzione: anzi, chi ci arriverà potrà persino dirsi "fortunato".

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