Rischia di alzarsi ulteriormente (se ancora possibile) la tensione su alcune delle situazioni più emblematiche caratterizzate dall'attuale rigidità del nostro sistema pensionistico. Le lavoratrici che vorrebbero accedere al pensionamento anticipato con l'opzione donna sarebbero infatti pronte a fare ricorso attraverso una class action, che chiamerebbe in causa l'istituto di previdenza pubblico. Purtroppo la situazione continua a restare di stallo: l'Inps prosegue nel protocollare le domande, ma senza dargli esito positivo finale, nell'attesa che il Governo Renzi esprima il proprio parere definitivo.

Ma secondo indiscrezioni circolate nei media già all'inizio dell'anno i tecnici dell'esecutivo avrebbero dato parere negativo sulla possibilità di reperimento delle coperture, motivo per cui molte lavoratrici temono che l'esito finale sia sfavorevole. La class action rappresenta quindi un'ulteriore iniziativa tesa a porre finalmente fine alla questione, se non espressamente per mezzo della via legale, perlomeno attraverso la pressione che si verrebbe a creare sull'Inps. Bisogna infine ricordare che il pensionamento anticipato con l'opzione donna prevede il ricalcolo contributivo della mensilità, pertanto secondo molti commentatori questo meccanismo potrebbe addirittura assicurare dei risparmi al bilancio pubblico nel lungo periodo.

Pensioni Quota 96 nella scuola: i sindacati tornano a chiedere all'esecutivo di sanare la questione

Negli ultimi giorni sono arrivate novità interessanti anche al riguardo dei Quota 96 nella scuola, ovvero di quegli insegnanti e lavoratori ATA che si sono trovati improvvisamente esclusi dal pensionamento a causa della rigidità previdenziale occorsa nell'ormai lontano 2011.

Secondo quanto previsto dall'esecutivo, questi lavoratori saranno destinati a mansioni meno onerose all'interno del piano definito come #labuonascuola, affinché possano raggiungere i nuovi requisiti di accesso all'Inps. Ma i lavoratori non ci stanno, tanto che continuano a chiedere ormai da anni che venga ripristinato il loro diritto alla quiescenza.

Sulla vicenda del mancato acceso alle tutele previdenziali, sono tornati ad esprimersi recentemente i sindacati: attraverso una nota inviata al Governo la FLC CGIL ha chiesto al Governo di porre definitivamente termine alla vicenda: "la politica a tutt'oggi non vuole dare risposta [...] perché non si vuole aprire un varco in una legge ingiusta, che ha colpito i diritti di molte categorie di lavoratori, in spregio alle norme legislative e contrattuali".

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