Nel rebus dell'attuale riforma previdenziale l'unico punto fermo su cui sembra che tutti possano convergere è l'impellente necessità di un'azione di flessibilizzazione, che secondo lo stesso Ministro del Lavoro Giuliano Poletti dovrebbe arrivare grazie ad un'apposito strumento normativo, ma solo una volta che il percorso della riforma del lavoro (conosciuto anche come Jobs Act) sarà terminato. Se è vero che un intervento sulle Pensioni resta tra le prossime priorità universalmente riconosciute, non vi è una parallela convergenza sulle azioni da mettere in campo per poter arrivare ad una soluzione strutturale della questione.

Il Governo Renzi starebbe valutando un ampio ventaglio di proposte, ma la recente nomina di Tito Boeri alla Presidenza dell'Inps potrebbe costituire di fatto un endorsement alla flessibilizzazione del sistema pensionistico tramite dei meccanismi di ricalcolo contributivi, stante che lo stesso economista ha posto in rilievo come il sistema previdenziale italiano sconti una profonda sperequazione sia di tipo orizzontale (ovvero tra gli stessi pensionati) che di tipo verticale (cioè tra generazioni). In questo senso, alcune misure correttive potrebbero riguardare il ricalcolo contributivo delle mensilità retributive più elevate, per trovare così le risorse necessarie ad offrire la quiescenza anticipata ai lavoratori in stato di maggiore disagio.

Tra le proposte che in precedenza erano arrivate dall'Inps vi è da rilevare anche il prestito pensionistico con le mini pensioni, un meccanismo attraverso il quale l'istituto di previdenza si occuperebbe di anticipare ai pensionandi i contributi mancanti per il raggiungimento dei requisiti di quiescenza, recuperandoli attraverso una piccola ritenuta sulla pensione erogata.

Pensioni anticipate con il sistema delle Quote, minoranza Dem punta a quota 100, parti sociali chiedono ripristino situazione ante Fornero

Ad incontrare maggiormente l'interesse della popolazione vi è finora la proposta del pensionamento con sistema a quote, appoggiate dalla Cisl e portata più volte all'attenzione dell'esecutivo da una parte della minoranza Dem.

Il meccanismo che fino ad ora sembra piacere di più ai lavoratori è quello proposto dal Presidente della Commissione lavoro alla Camera Cesare Damiano, che vorrebbe consentire il pensionamento anticipato a tutti coloro che maturano la quota 100. Il numero sta ad indicare la somma dell'età anagrafica con gli anni effettivi di versamento; ad esempio, con questa modalità si potrebbe andare in quiescenza con 60 anni di età e 40 di contribuzione, oppure con 61 anni di età e 39 di versamenti e così via. Il maggior vantaggio di questa strategia sarebbe proprio la flessibilità, visto che con un'età maggiore servirebbero meno contributi o viceversa. Infine, in tema di previdenza la Cgil è intervenuta recentemente con una nota inviata direttamente all'esecutivo, con la quale si chiede di ripristinare la situazione precedente alla legge Fornero, ad esempio permettendo alle persone d'ottenere la pensione già a partire dai 60 anni di età con 35 anni di contributi, oppure con 40 anni di versamenti indipendentemente dall'età.

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