Prosegue finalmente con rinnovata continuità il dibattito attinente al caso pensioni lavoratori precoci: il ministro Poletti ha ufficialmente dato il via al ciclo di meeting che vedrà coinvolti governo e parti sociali in vista della costruzione di un percorso di riforma del mercato del lavoro e del sistema previdenziale che possa risultare il più ampio e condivisibile possibile, con il primo tavolo previsto per quest'oggi, giorno 18 febbraio. Numerose le proposte di riforma, con l'ormai famosa Quota 100 ipotizzata da Cesare Damiano a riscuotere sempre più consensi.

Come già sottolineato nel corso di precedenti contributi anche il ruolo dei sindacati appare finalmente più considerato, con CISL, CGIL e CISAL in prima linea nel produrre contributi e commenti da indirizzare al governo Renzi: pur nelle loro specifiche diversità gli appelli mossi da chi rappresenta l'interesse dei lavoratori paiono concordare sulla necessità di costruire un percorso in deroga alla Legge Fornero, il tutto nonostante la Consulta abbia stoppato l'iter connesso al referendum abrogativo promosso dalla Lega Nord. L'istituto a partire dal quale prenderà avvio il processo di riforma è quello del prepensionamento - la cui ricodificazione sarebbe vitale in ottica Pensioni lavoratori precoci - con un solo ma purtroppo concreto spauracchio: il timore infatti è che il governo Renzi si esibisca nell'approvazione di un provvedimento tutt'altro che profondo e incisivo come quello del prestito INPS, un'ipotesi che viene ciclicamente riproposta e in merito alla quale esistono più dubbi che altro.



Pensioni lavoratori precoci e prepensionamento, prestito INPS e Quota 100: meeting al via, si spera sia la volta buona

Ragionando in ottica pensioni lavoratori precoci il problema sul tavolo da tempo consiste nei requisiti di accesso al pensionamento, evidentemente stringenti per una categoria i cui appartenenti hanno avviato il proprio percorso lavorativo in tenera età. Ad oggi per accedere al prepensionamento vengono richiesti 42 anni e 6 mesi di contributi agli uomini e 41 anni e 6 mesi alle donne, requisiti che dal 2016 verranno inaspriti con l'aggiunta di ulteriori 4 mesi. Se poi si pensa all'età pensionabile, fissata dalla Legge Fornero a 67 anni, ben si comprende come i 'sacrifici' richiesti ai lavoratori vadano al di là delle loro possibilità, ecco che la Quota 100 ipotizzata dal presidente della Commissione lavoro Cesare Damiano appare il giusto compromesso tra le necessità di 'fare cassa' dello Stato e le esigenze dei lavoratori ai quali va evidentemente concessa la possibilità di accedere al prepensionamento nelle forme e modalità più gradite. A margine della Quota 100, Damiano prevede infatti la costruzione di un sistema di incentivi e disincentivi con penalizzazioni massime dell'8% per chi decide di abbandonare anzitempo l'impiego.



L'autentico spauracchio, non solo per il caso pensioni lavoratori precoci ma anche per molte altre vertenze, consiste invece nella possibilità che il governo Renzi opti per il prestito INPS, che nella sostanza altro non è se non una forma di autofinanziamento del lavoratore. Ideato dall'allora ministro del lavoro Giovannini e ripreso più volte da Tiziano Treu (ex commissario INPS) e dall'attuale ministro del lavoro Giuliano Poletti, l'istituto prevede la concessione di un prestito pagato dall'INPS a quei lavoratori che accettino di abbandonare in anticipo l'impiego (almeno 2 o 3 anni prima della naturale scadenza). Si tratta comunque di somme che appartengono ai lavoratori stessi e che per tanto non avrebbe alcuna logica 'prestare' in vista di un percorso lavorativo si accorciato ma a fronte di condizioni troppo svantaggiose (la somma andrebbe infatti resa tramite ulteriori decurtazioni sull'assegno previdenziale). Seguiremo i prossimi sviluppi, se desiderate rimanere informati vi invitiamo a cliccare il tasto 'Segui' in alto sulla destra.