La riforma della scuola impoverisce gli stipendi dei professori. Infatti, con il nuovo meccanismo di calcolo degli scatti di anzianità dei docenti servirà a ripagare, anche se non fino all'ultimo euro, i docenti collaboratori dei presidi. I quali, a loro volta, hanno dovuto rinunciare all'indennità relativa a mansioni superiori per via del comma 22 dell'articolo 14 della Legge numero 135 del 2012, ovvero la Legge Finanziaria del 2013. E, dunque, saranno proprio i collaboratori dei dirigenti scolastici a maturare e ad incassare i gradoni del Governo Renzi.

Gli altri docenti, invece, dovranno scordarsi gli aumenti di stipendio automatici a date certe. I loro aumenti scatteranno solo sulla base di un tuttora non ben definito meccanismo che assicurerà scatti solo ad alcuni, cioè a quei docenti che potranno vantare incarichi e corsi di formazione e di perfezionamento. In tal senso, è chiaro che i nuovi gradoni saranno corrisposti solo ai due terzi dei professori.

Scatti di anzianità ai docenti del Governo Renzi con la Buona Scuola: le possibili ipotesi a perdere per gli insegnanti

Nelle ultime settimane, di fronte ai nuovi gradoni proposti con la Buona Scuola del Governo Renzi, si è fatta strada la possibilità di un ritorno ai vecchi scatti di anzianità, ma solo limitatamente ad un quinto o, al massimo, ad un quarto dell'intero finanziamento.

Il problema, dunque, permane e si sostanzia nel fatto che il Governo Renzi vuole abbassare l'importo della retribuzione dei professori.

Calcoli alla mano, infatti, con il meccanismo attuale i docenti percepiscono aumenti di stipendi che vanno dai 150 ai 200 euro mensili per ogni 7 anni di servizio. Con il nuovo meccanismo degli scatti contenuto nella Buona Scuola renziana, invece, nella migliore delle ipotesi, i docenti, non tutti, ma solo i due terzi, potranno ottenere uno scatto ed un aumento di retribuzione fino alla metà di ciò che è possibile ottenere attualmente.

A questo meccanismo a perdere si aggiunge anche la circostanza che gli stipendi dei docenti sono al ribasso anche per l'effetto del mancato rinnovo del contratto: ormai fermo al 2009, per ogni anno di servizio non rivalutato, il docente perde di stipendio fino a mille euro, con risvolti col segno meno anche per la pensione e la buonuscita.

Gli effetti di questi ultimi saranno valutati nel tempo, ma già da oggi è certo che i dipendenti della scuola che andranno in pensione con il contributivo, vedranno perdere il valore della propria retribuzione per non meno del 40%. E con gli scatti di anzianità riservati solo al 66% dei docenti, la situazione non può che peggiorare.