La riforma della scuola del Governo Renzi slitta ancora: domani, giovedì 12 marzo, il Consiglio dei ministri si dovrà esprimere sull'approvazione di due disegni di legge, quello sulla Rai e, finalmente, quello sulla Scuola. Entrambi erano nati come decreti legge, adesso dovranno essere discussi in Parlamento con l'allungamento dei tempi per la loro approvazione.

Il rinvio della riforma della scuola è stato deciso probabilmente per la novità dell'ultima ora: l'assunzione dei docenti precari, punto principale e il più atteso dell'intero pacchetto di norme sull'istruzione, potrebbe avvenire con la chiamata diretta dei docenti da parte dei dirigenti scolastici e si dovrebbe partire già dai neoassunti.

Buona scuola, Consiglio dei ministri del 12 marzo: assunzione docenti dalle Gae, ipotesi spalmatura su due anni e chiamata diretta dei presidi

Contemporaneamente, nella discussione del 12 marzo nel Consiglio dei ministri, alcuni capitoli della Buona scuola potrebbero essere rimessi in discussione per trovare un equilibrio alternativo tra le misure e le risorse. Il Governo ha promesso l'assunzione dei precari delle Graduatorie ad esaurimento: non verranno di certo svuotati gli elenchi di queste graduatorie, come garantito in un primo mento, ma le assunzioni non supereranno, in tutti i casi, il numero di 120 mila precari, nella migliore delle ipotesi.

Purtroppo, però, va facendosi strada la peggiore delle possibilità: il Governo potrebbe spalmare le assunzioni, non più in un'unica tranche per il 1° settembre 2015, ma su due anni, con l'immissione in ruolo per il prossimo anno scolastico di appena 50 mila docenti, in modo da coprire il turn over e i posti non coperti dalla riforma Carrozza (più o meno la solita cifra di tutti gli anni scolastici), ed il rimanente nel successivo anno scolastico.

Un progetto di questa portata non avrebbe neanche bisogno del provvedimento di legge, ma basterebbe appena l'autorizzazione sulle coperture dal Ministero dell'Economia.

Nessun dubbio, invece, sull'introduzione nel disegno di legge di domani della chiamata diretta dei presidi: tale istituto dovrebbe essere applicato ai docenti stabilizzati già da quest'anno ed, in generale, ai docenti vincitori dei prossimi concorsi.

In tal caso, si costituirebbero degli elenchi a livello provinciale dai quali gli stessi dirigenti scolastici andrebbero a chiamare i professori da far lavorare nella propria scuola, valutando i curriculum e le necessità formative.